Le tolgono un neo: muore. Indagati medico e santone

Una donna di quarant'anni sarebbe morta dopo essersi sottoposto a un intervento di asportazione di un neo presso un centro olistico. Indagati per omicidio volontario un medico e un santone

Le tolgono un neo: muore. Indagati medico e santone

Un medico e un "santone" sono finiti in manette per aver asportato un melanoma cutaneo (neo) a una paziente all'interno del centro olistico di Borzonasca senza adottare le misure preventive del caso né la strumentazione chirurgica adatta. La donna, Roberta Repetto, 40 anni, è morta per un "tumore plurimetastatico" della pelle, due anni dopo l'intervento, a seguito di un ricovero emergenziale all'ospedale San Martino di Genova.

L'accusa nei confronti dei due professionisti

Omicidio volontario con dolo eventuale. È questo il reato contestato a Paolo Oneda, medico chirurgo dirigente di Chirurgia generale di un ospedale del Bresciano, e Vincenzo Bendinelli, titolare del centro Anidra, un agriturismo - adibito all'occorrenza anche a centro olistico - che sorge sulle alture di Borzonasca, nell'hinterland Genovese. Stando a quanto si apprende da Il secolo XIX, i due professionisti sono indagati anche per violenza sessuale e circonvenzione di incapaci ai danni di altre pazienti e frequentatori della struttura. Nel secondo filone di indagine, quello relativo ai presunti abusi, sarebbe coinvolta anche una psicologa: avrebbe indotto donne "con fragilità" a rivolgersi al centro olistico per sottoporsi a trattamenti di dubbia efficacia.

L'intervento nell'agriturismo sul tavolo da cucina

La vittima, Roberta Repetto, sarebbe stata sottoposta ad un intervento chirurgico - o presunto tale - di asportazione di un neo all'interno dei locali del centro olistico nel 2018. L'operazione sarebbe stata effettuata in un locale della struttura adibita all'occorrenza a sala operatoria. Per l'occasione, infatti, i due professionisti avrebbero allestito un tavolo da cucina a mo' di set chirurgico senza provvedere ad alcuna procedura di sterilizzazione preventiva della camera e confidando in un rito di "purificazione spirituale". La paziente sarebbe stata operata in assenza di anestesia, pericolosamente esposta al rischio di infezione.

Nei mesi successivi all'intervento, la donna avrebbe lamentato dolori lancinanti e un malessere generalizzato ma i due medici l'avrebbero rassicurata circa la buona riuscita della operazione. Non le avrebbero prescritto né farmaci né terapie lenitive bensì pratiche di "protezione energetica". Il decorso operatorio sarebbe stato lungo e complesso al punto da causare una degenerazione irreversibile della malattia. La quarantenne è morta nel 2020 per un tumore plurimetastico in stato avanzato. Gli accertamenti medico legali sulla salma hanno stabilito una correlazione diretta tra il decesso e l'asportazione del neo presso il centro olistico. Ma non è tutto. Secondo i carabinieri del nucleo investigativo, il medico e il santone erano pienamente a conoscenza della superficialità con cui era stato effettuato il primo intervento e consapevoli del grave e progressivo aggravamento del quadro clinico della donna. Per questo motivo è stato loro contestato il reato di omicidio volontario con dolo eventuale.

L'arresto dei due indagati

Nel corso della mattinata di martedì 20 aprile carabinieri hanno effettuato di perquisizioni nella struttura di Borzonasca e a Milano, nelle abitazioni e nelle sedi di lavoro dei due destinatari della misura cautelare e della psicologa coinvolta nel filone delle

indagini relativo agli abusi. Anche gli Ordini dei Medici di appartenenza sono stati avvisati, e al blitz hanno partecipato anche i Carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro e del Nas di Genova e la Guardia di Finanza di Chiavari.

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