​Mega operazione contro la 'ndrangheta: più di 300 arresti in tutta Italia

Colpo ai clan di Vibo Valentia legati alla cosca Mancuso di Limbadi. Più di 400 indagati. Coinvolti anche politici. Le manette sono scattate anche in Germania, Svizzera e Bulgaria. Sequestrati beni per 15 milioni di euro. Gratteri: "È la più grande inchiesta dopo il maxi processo"

I carabinieri impegnati nell'operazione 'Rinascita-Scott'
I carabinieri impegnati nell'operazione 'Rinascita-Scott'

Più di 330 arresti e 416 indagati. Quella in corso da stamattina è una delle più grandi operazioni della storia contro la 'ndrangheta e le organizzazioni mafiose in genere. I carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Vibo Valentia stanno eseguendo una misura cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Catanzaro su richiesta della Dda di Catanzaro diretta da Nicola Gratteri, a carico di 334 persone.

Tra gli arrestati figurano anche l'ex parlamentare Giancarlo Pittelli e il coordinatore nazionale di Anci giovani e sindaco di Pizzo Calabro Gianluca Callipo. Divieto di dimora in Calabria per l'ex vicepresidente della giunta regionale, e uomo forte del Pd calabrese, Nicola Adamo, marito della deputata dem Enza Bruno Bossio e braccio destro dell'attuale governatore, Mario Oliverio.

L’operazione “Rinascita-Scott” ha assestato un colpo decisivo a tutte le organizzazioni di ‘ndrangheta del Vibonese che ruotano attorno al potente clan dei Mancuso di Limbadi. In tutto sono 416 gli indagati, accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, omicidio, estorsione, usura, fittizia intestazione di beni, riciclaggio ed altri numerosi reati aggravati dalle modalità mafiose. Oltre all’ordinanza di custodia cautelare, i carabinieri stanno notificando un provvedimento di sequestro beni per un valore di circa 15 milioni di euro.

"È la più grande operazione dopo il maxi processo di Palermo", ha detto Gratteri. "Abbiamo disarticolato completamente le cosche della provincia di Vibo”, ma l'operazione “ha interessato tutte le regioni d'Italia, dalle Alpi alla Sicilia. Nell'ordinanza ci sono 250 pagine di capi di imputazione. È stato un grande lavoro di squadra fatto dai carabinieri del Ros centrale, di quello di Catanzaro, e del Comando provinciale di Vibo Valentia. Alla fase esecutiva dell'operazione hanno preso parte circa 3mila militari con tutte le specialità, dal Gis al Tuscania ai Cacciatori, tutte le sezioni Ros d'Italia e tutti i carabinieri della Calabria". Solo pochi giorni fa, il neo procuratore di Vibo, Camillo Falvo, aveva detto "ora o mai più". "Era un riferimento a oggi? Anche", ha spiegato Gratteri.

L'inchiesta ha inoltre fatto emergere contatti e legami tra uomini dei clan e personaggi del mondo politico e dell’imprenditoria. Sono stati documentati summit di ‘ndrangheta finalizzati al conferimento di promozioni e di incarichi ad affiliati di un certo peso, acquisendo elementi di riscontro in merito alle formule rituali utilizzate dai sodali per l’assegnazione del grado di “tre quartino”.

La mega inchiesta è il risultato di anni di indagini e, oltre alla Calabria, interessa molte altre regioni in cui la ‘ndrangheta vibonese si è ramificata: Lombardia, Piemonte, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Sicilia, Puglia, Campania e Basilicata.

Alcuni indagati sono stati arrestati in Germania, Svizzera e Bulgaria, in collaborazione con le locali forze di polizia e in esecuzione di un mandato di arresto europeo emesso dall’autorità giudiziaria di Catanzaro. Nel blitz sono impegnati 2.500 carabinieri del Ros e dei Comandi provinciali, che in queste ore stanno lavorando sul territorio nazionale supportati anche da unità del Gis, del Reggimento Paracadutisti, degli Squadroni Eliportati Cacciatori, dei reparti mobili, da mezzi aerei e unità cinofile.

I dettagli dell’operazione verranno illustrati nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle 11 nella sede della Procura della Repubblica di Catanzaro alla quale

parteciperanno il procuratore Gratteri, il comandante del Ros, il generale di divisione Pasquale Angelosanto e il comandante della Legione Carabinieri Calabria, il generale di brigata Andrea Paterna.

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