Serraj: "Se non ci aiutate coi migranti rischio terroristi sui barconi"

Il presidente del Consiglio presidenziale libico, Fayez al-Serraj, avverte l'Europa: "Se non ci aiutate a gestire i migranti, rischio terroristi sui barconi"

Serraj: "Se non ci aiutate coi migranti rischio terroristi sui barconi"

L'Europa sarà sempre più a rischio di attentati se non aiuterà la Libia ad arginare il flusso di migranti che attraversano il Mediterraneo e tra i quali si nascondono potenziali terroristi. Così il capo del Consiglio presidenziale Fayez al-Sarraj in un'intervista al Times, rilanciata dai siti libici, in cui torna a incalzare Bruxelles: "L'Ue deve fare di più per aiutare a contrastare i trafficanti. Non possiamo far ricadere il peso solo sulla Libia e l'Italia, dal momento che è importante per tutta l'Europa".

Secondo il leader libico, capo del governo di unità riconosciuto dall'Onu, potenziali terroristi si nascondono tra le decine di centinaia di persone che entrano in Libia dal sud attraversando le frontiere in modo incontrollato. "Quando i migranti raggiungono l'Europa, si muovono liberamente - spiega al-Sarraj - Se, Dio non voglia, ci sono dei terroristi tra i migranti, questo interesserà tutta l'Unione europea".

Nell'intervista, che giunge a quasi una settimana dagli attentati di Barcellona e Cambrils, Serraj ricorda che Libia e Italia hanno mandato diverse richieste di aiuto al resto dell'Europa sulla questione migranti. Richieste e avvertimenti che riguardano anche il "tessuto sociale e democratico" dell'Italia, che per il premier libico è in pericolo, pervaso da una crescente intolleranza verso i migranti che si riflette nell'aumento del sostegno a partiti anti-immigrazione.

Serraj rilancia poi il suo piano in cinque punti per risolvere la crisi dei migranti, che contempla anche un

rafforzamento dei controlli alle frontiere meridionali (misura che trova l'appoggio del governo italiano). Il premier torna infine ad accusare le ong europee di attrarre profughi dall'Africa in Libia. A detta di al-Sarraj, le loro navi e non le coste italiane sono divenute il "primo obiettivo" dei migranti.

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