Le imbarcazioni cariche di immigrati tornano a fare rotta verso l'Europa. Dopo il braccio di ferro con la neve di Open Arms, anche la Sea Watch 3, il natante di un'altra Ong che batte bandiera olandese, ha chiesto all'Italia e agli altri Paesi del Vecchio Continente un porto sicuro per far sbarcare 33 clandestini che ha recuperato ieri a poca distanza dalle coste libiche. "La mia risposta non cambia - mette bene in chiaro il ministro dell'Interno Matteo Salvini - i porti italiani sono chiusi, stop al traffico di esseri umani".
Ieri sera, dopo una giornata segnata da violentissimi scambi di accuse, l'imbarcazione della Proactiva Open Arms ha fatto rotta verso la Spagna. Per raggiungere la destinazione ci vorranno cinque o sei giorni, a seconda delle condizioni meteo. Il porto prescelto è quello di Algeciras. A bordo sono rimasti 311 immigrati dopo che ieri mattina un elicottero della guardia costiera maltese aveva evacuato il piccolo Sam, un neonato dato alla luce giorni fa su una spiaggia della Libia, e la madre Salì. Il bimbo aveva bisogno di assistenza medica ed è stato così portato con la mamma 23enne all'ospedale maltese "Mater Dei" dove sembra che sia in condizioni stabili. Già con gli spagnoli di Open Arms la risposta di Salvini è stata chiara: "I porti italiani sono chiusi". Parole alle quali ha risposto in modo duro su Twitter il fondatore di Proactiva, Oscar Camps: "Matteo Salvini, la tua retorica e il tuo messaggio, come tutto in questa vita finirà. Però sappi che tra qualche decennio i tuoi discendenti si vergogneranno di ciò che fai e che dici".
Nonostante gli insulti delle ong, che trovano sistematicamente sponda da parte della sinistra e della frangia movimentista del Movimento 5 Stelle, Salvini è ben determinato a mantenere la linea dura. Tanto che, quando anche la See Watch 3 ha fatto richiesta per un porto sicuro in Italia, il vice premier leghista gli ha sbarrato la strada. "I porti italiani sono chiusi - ha ribadito anche oggi - stop al traffico di esseri umani". "La Libia non è un porto sicuro", hanno rimarcato su Twitter i volontari della Sea Watch citando l'ultimo rapporto delle Nazioni Unite in cui si parla di "orrori inimmaginabili" per i rifugiati e i migranti catturati.
"Esortiamo i governi europei - incalza la Ong - a fornire un porto sicuro alle persone soccorse da Sea Watch". Per il governo italiano, però, deve essere l'Unione europea a doversi far carico del problema.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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