Milano, al Fatebenefratelli gli asportano il rene sano e gli lasciano quello malato

L'uomo, un ex professore calabrese, dopo aver scoperto di avere il cancro, aveva scelto il capoluogo lombardo per ricevere le cure migliori. Si è sottoposto a un intervento al Fatebenefratelli e poi ha scoperto l'errore

Milano, al Fatebenefratelli gli asportano il rene sano e gli lasciano quello malato

Si era sottoposto a un'operazione chirurgica per l'asportazione di un rene, dopo avere scoperto la presenza di un cancro. Ma in ospedale, durante l'intervento, il personale gli ha tolto l'organo sbagliato, estraendo quello sano, cioè il sinistro. Al centro della vicenda c'è un anziano professore di Reggio Calabria, di 87 anni che, appena scoperta la malattia, due anni fa, era partito per Milano con l'idea di curarsi al meglio per poter sopravvivere.

Secondo quanto riportato da Il Giorno, l'uomo si era recato al Fatebenefratelli per sottoporsi all'intervento che avrebbe potuto salvargli la vita. L'operazione, di per sé, andò bene, salvo quel particolare: i medici avevano commesso l'errore peggiore, togliere l'organo sano. Giuseppe Calabrò, oggi, è ancora in vita ma per evitare che la malattia si diffonda nel suo corpo è costretto a sottoporsi a diverse terapie endoscopiche nella metropoli lombarda, pur rimanendo residente nella sua regione. Dovrà curarsi in questo modo fino a quando non gli verrà tolto anche il rene malato, operazione che, però, gli costerà una dialisi a vita (anche perché, vista l'età avanzata un trapianto non è un'opzione praticabile).

Il prossimo lunedì, nel capoluogo lombardo, inizierà il processo ai due medici citati direttamente a giudizio dal procuratore aggiunto, Tiziana Siciliano, l'allora responsabile della Chirurgia generale della struttura sanitaria e il secondo operatore, che avrebbero agito "con negligenza, imprudenza e imperizia" e devono, quindi, rispondere dell'accusa di cooperazione in lesioni colpose gravissime. Il paziente si è costituto parte civile e ha chiesto un milione e mezzo di danni.

Secondo quanto riportato dal quotidiano milanese, il figlio dell'anziano avrebbe sottolineato: "L'aspetto incredibile è che nessuno segnò con il

pennarello il rene da operare. Mio padre ha la vita distrutta, o meglio quel poco che gli rimane da vivere. Ci siamo costituiti parte civile con l'obiettivo di evitare che errori inescusabili come questo si ripetano".

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