Non ce l'ha fatta. Luigi Fontana, il farmacista avvelenato con un aperitivo al cianuro dall'amico imprenditore, Gianfranco Bona, è morto questa mattina in ospedale a Milano.
Era in coma da due settimane. Bona, adesso in carcere, ha confessato di aver avvelenato l’amico per evitare di pagare un debito di 270 mila euro.
L'uomo, fermato dopo gli accertamenti compiuti dalla polizia, aveva detto al pm che pensava di usare il veleno contro se stesso. Ma poi ha spiegato di aver cambiato idea "solo all'ultimo momento", decidendo invece di versarlo nel Crodino che avrebbe bevuto Luigi Fontana, e di averlo fatto scivolare dentro al bicchiere mentre camminava lungo quei pochi metri che separano il bar Valdagno dalla farmacia in via Forze Armate.
Bona, benestante titolare di una ditta specializzata nel trasporto dei farmaci, tempo fa aveva provato a ingrandirsi, ma gli affari gli erano andati male. Nel 2006 Fontana gli aveva prestato una forte cifra che lui era stato in grado di restituire solo in parte, restando debitore di 270mila euro.
Il farmacista gli faceva pressioni sempre più forti tanto che lui, disperato, con una scusa avrebbe chiesto proprio all'amico di procurargli del cianuro per suicidarsi.
Ma il cianuro poi l'ha bevuto Fontana il 2 aprile scorso. L'uomo si era subito sentito male ed era finito in coma. Il cianuro infatti blocca i meccanismi di ventilazione dell'organismo e il cervello della vittima, rimasto senza ossigeno, ha riportato danni permanenti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.