A Milano nascono le Officine Edison, il polo per rinnovare l'energia

Edison e Polimi inaugurano il nuovo hub di ricerca nel settore energetico. E lanciano un progetto di micro-mobilità elettrica in Bovisa

A Milano nascono le Officine Edison, il polo per rinnovare l'energia

Dalle officine ai monopattini. In mezzo, tanta ricerca e altrettanta innovazione, per costruire un futuro fatto di energia sostenibile. Edison e il Politecnico di Milano hanno dato vita, a Bovisa, alle Officine Edison, nuovo polo di ricerca, sviluppo e innovazione per l'energia. Ed ecco allora perché l'azienda e l’università hanno ideato e dunque lanciato anche un progetto di (micro)mobilità elettrica – e sicura per la comunità – proprio nel quartiere di Bovisa, dove l'Ateneo è di casa.

Officine Edison è un hub per l'innovazione e la sperimentazione di soluzioni digitali applicati al comparto dell'energia; luogo di scambio e contaminazione di saperi, consta di 500 metri quadrati in cui – oltre agli uffici – sono ospitati anche due laboratori di assesment tecnologico. Nel primo, Energy Storage, vengono studiate e testate le migliori soluzioni per l’accumulo dell’energia concentrandosi soprattutto all’uso residenziale, mentre nel secondo, Domus, viene riprodotto un ambiente domestico (completo di tutti gli elettrodomestici) in cui vengono misurati e controllati i sistemi IoT (Internet of Things). Qui, infatti, si sviluppano e si provano soluzioni per la casa volti a migliorare la qualità della vita delle persone.

"Non è un'officina meccanica, ma un'officina del cervello per fare sviluppo e innovazione, così come è nel Dna di Edison". Così Nicola Monti, amministratore delegato Edison, presenta il progetto. Dunque, spiega: "Officine Edison sono l'esempio virtuoso di come imprese, istituzioni, mondo accademico e giovani generazioni possono dare un contributo concreto alla creazione di progetti innovativi, per costruire un mondo sempre più sostenibile, oltre che a misura delle comunità e del tessuto economico del territorio".

Quello tra Edison e Politecnico è un rapporto quasi viscerale, visto che il fondatore dell'azienda, Giuseppe Colombo, fu prima docente e poi rettore proprio del Polimi. Dopo Colombo, di rettori ce ne sono stati quattordici prima che il testimone passasse, nel 2017, nelle mani di Ferruccio Resta, che tiene il punto: "Diciamo chiaro e tondo una cosa: si può fare innovazione e ricerca in Italia. E la si può fare molto bene".

Dunque, il rettore del Polimi ha aggiunto: "Officine Edison contribuisce allo sviluppo di un distretto di innovazione – basti pensare al Polihub – che prende forma dai grandi modelli internazionali. Un ecosistema tra università, imprese e startup, che diventa snodo di interazione fra discipline e approcci a favore dell'innovazione e della competitività; una comunanza di intenti e una vicinanza fisica che genera massa critica e che attrae capitali e idee". Infine, Resta, chiosa così: "Insomma, ben vengano iniziative che danno ossigeno alla ricerca, che alimentano lo scambio di idee tra pubblico e privato, che accrescono l'interesse degli investitori e che guardano al futuro delle nuove generazioni".

Giovanni Brianza, vicepresidente esecutivo Strategia, Sviluppo Corporate e Innovazione di Edison sottolinea un aspetto: "Le Officine Edison rispondono a una triplice esigenza: favorire l'osmosi continua tra le nostre attività di innovazione e le eccellenze dell'Università, intercettarne i migliori talenti per arricchire le competenze della nostra azienda e, infine, posizionare l'innovazione di Edison in un polo che è fisicamente vicino al nostro business. Oltre a tutto questo, Officine è il luogo in cui Edison mette in atto la propria trasformazione digitale, che significa avanguardia tecnologica e profondo cambiamento culturale".

Ecco, a proposito di cambiamento culturale e sociale, Politecnico ed Edison si sono messi al lavoro per sviluppare prototipi innovativi di monopattini elettrici, testandone le componenti meccaniche, i sistemi di controllo e interazione con l'ambiente circostante, al fine di progettare un nuovo servizio di micro-mobilità che potrà essere sperimentato nel quartiere di Bovisa. Per essere poi – chissà – allargato a tutta la città e pure esportato.

Obiettivo della sfida è quello di individuare i migliori standard di sicurezza e le best practice per supportare il Comune di Milano e gli altri enti coinvolti nella definizione delle misure più idonee da adottare per la protezione dei rider e delle comunità.

Di fatto, dopo una prima fase di sperimentazione, nella primavera del 2020 verrà scelto un unico prototipo che verrà quindi riprodotto in duecento unità, così da sperimentare i punti di prelievo più strategici nel quartiere di Bovisa e per valutare lo sviluppo di una tecnologia che limiti (automaticamente) la velocità massima del monopattino a seconda delle caratteristiche della strada e rispettando, sempre e comunque, il codice della strada.

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