"È depistaggio di Stato" E il Viminale denuncia De Luca per vilipendio

A rendere nota la notizia è stato il Viminale. La decisione è stata assunta dalla ministra Lamorgese "a seguito delle parole gravemente offensive, e lesive dell'immagine per l'intera istituzione che lei rappresenta, pronunciate pubblicamente e con toni minacciosi e volgari".

"È depistaggio di Stato" E il Viminale denuncia De Luca per vilipendio

Arriva una denuncia da parte del Viminale per il sindaco di Messina Cateno De Luca. Il primo cittadino della città dello Stretto è stato denunciato all’autorità giudiziaria per violazione dell’articolo 290 del codice penale che punisce i reati di “vilipendio della Repubblica, delle Istituzioni costituzionali e delle Forze armate”. Il provvedimento è scaturito proprio su richiesta del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. Si tratta di una decisione, viene spiegato in una nota diramata dal Viminale, adottata dalla ministra "a seguito delle parole gravemente offensive, e lesive dell'immagine per l'intera istituzione che lei rappresenta, pronunciate pubblicamente e con toni minacciosi e volgari".

La nota non si ferma qui e spiega in modo più dettagliato quali sono i comportamenti ritenuti non conformi a quanto previsto dal codice penale durante queste giornate di emergenza sanitaria da parte del sindaco Cateno De Luca: "Proprio in una fase emergenziale in cui dovrebbe prevalere il senso di solidarietà e lo spirito di leale collaborazione, le insistenti espressioni di offesa e di disprezzo, ripetute per giorni davanti ai media da parte del primo cittadino di Messina all'indirizzo del ministero dell'Interno, appaiono - sottolinea il ministero - inaccettabili, e quindi censurabili sotto il profilo penale, per il rispetto che è dovuto da tutti i cittadini e, a maggior ragione, da chi riveste una funzione pubblica anche indossando la fascia tricolore, alle istituzioni repubblicane e ai suoi rappresentanti".

Il primo cittadino di Messina, in queste ore è stato attivo sul territorio per verificare in prima persona tutti i problemi inerenti gli arrivi sullo Stretto dopo quelli di massa che si sono registrati alcuni giorni fa. Era domenica notte quando, una foto, ha fatto il giro dei social testimoniando la presenza di centinaia di persone in fila sulle proprie auto pronte a sbarcare all'imbarcadero di Messina. La notizia aveva messo subito in allarme il governatore siciliano Nello Musumeci ma anche lo stesso sindaco che, il giorno seguente, si era recato sul porto per verificare personalmente tutto quello che accadeva e che sarebbe potuto accadere. Quello stesso giorno poi, De Luca, aveva convocato una giunta straordinaria davanti la zona degli arrivi per impedire lo sbarco delle persone non autorizzate secondo il nuovo Dpcm per il contenimento del contagio da coronavirus.

Nelle diverse occasioni che lo hanno visto impegnato in tal senso, sono state espresse affermazioni che non potevano non passare inascoltate negli uffici del Ministero dell’Interno. “È in atto un depistaggio di Stato” aveva detto il sindaco in quelle situazioni,avanzando perplessità in merito ai dati facenti riferimento agli arrivi in Sicilia. Sempre nelle stesse circostanze aveva affermato: “Si sottostimano volutamente i dati dei movimenti verso Messina per nascondere la realtà dei fatti. Così assistiamo ad attacchi a Musumeci e a me, come quelli del Viminale, e ad omissioni, oltre a un sistema di controlli farlocco". Frasi ripetute più volte non solo nei suoi post sui social ma anche nel corso delle interviste rilasciate.


La notizia della denuncia da parte della ministra Lamorgese, inevitabilmente ha tuonato forte non solo in tutta Italia ma anche nella casa del sindaco di Messina il quale ha immediatamente risposto con una diretta Facebook. Il primo cittadino ha così reagito: “La denuncia me la prendo, mi difenderò nelle sedi opportune … ne prendo atto, vado avanti e non mi fermo”.

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