Quasi ottomila monete antiche e 265 reperti archeologici di varie epoche e tipologie. È questo quanto recuperato a seguito di un importante attività investigativa condotta dai carabinieri del comando tutela patrimonio culturale di Trapani, sotto la direzione della procura di Marsala. Circa 3 milioni e 500mila euro il loro valore. L’ingente quantità di beni in questione proviene da scavi clandestini effettuati in diverse città. Nel corso di un’attività di indagine è emerso quanto stesse accadendo ai danni del patrimonio dello Stato.
Tutto è iniziato circa un anno fa, quando, nel corso di una serie di controlli di routine che i carabinieri effettuano sul portale di aste on line è stata riscontrata la vendita da parte di un uomo di 67 anni, residente nel territorio trapanese, di numerose monete sicule e romane, di notevole interesse archeologico/numismatico.
A lavoro dunque i militari per capire cosa ci fosse dietro quelle vendite aventi ad oggetto i beni di proprietà statale. Individuato l’uomo, gli uomini in divisa si sono recati nella sua abitazione facendo l’incredibile scoperta: il pensionato aveva creato un vero e proprio laboratorio di restauro dove vi teneva depositato tutto il materiale numismatico, proveniente da scavi clandestini. Qui lo ripuliva, lo fotografava, lo catalogava e poi lo spediva ai diversi clienti che ne facevano richiesta da tutto il territorio nazionale. L’uomo era in possesso di tutta l’attrezzatura necessaria per compiere dei lavori certosini. Un grande business illecito capace di fruttare diverse migliaia di euro. L’uomo è stato denunciato per il reato di ricettazione e il suo laboratorio sottoposto a sequestro.
Le successive investigazioni hanno permesso di individuare e denunciare altre ventidue persone coinvolte a vario titolo nei traffici illeciti. Si tratta degli acquirenti, residenti in diverse città italiane, che adesso dovranno pure rispondere del reato di ricettazione. Tra i reperti sequestrati vi sono: monili, fibule, pesi da telaio, oggetti ceramici,monete antiche. Quest’ultime sono prevalentemente di epoca magno greca e sono di diverso materiale, ovvero bronzo, argento ed oro e, per la maggior parte, relative a zecche della Sicilia (Panormus, Siracusa, Catania, Camarina, ecc).
Le consulenze che ne sono conseguite, su disposizione dell’ autorità giudiziaria, hanno consentito di accertare che le monete sono tutte di notevole interesse in quanto aventi carattere di rarità, pregio e varietà di coniazione. La loro importanza è tale al punto da essere stati riconosciuti beni di altissima espressione storico-scientifica del patrimonio culturale italiano. Saranno utilizzati a sostegno dello studio della sequenza dei conii, della tipologia e delle medie ponderali.
I carabinieri in questo caso ricordano che chiunque dovesse ritrovare accidentalmente dei reperti archeologici è tenuto a fare una denuncia entro le 24 ore successive alle forze dell’ordine o alla soprintendenza dei beni culturali, perché si tratta di beni appartenenti alla proprietà dello Stato.
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