Morte Desirée, il pusher italiano: "Non le ho venduto io la droga"

Il gip ha convalidato il fermo dello spacciatore 36enne, escludendo però che sia stato lui, il 19 ottobre, a cedere la droga alla 16enne stuprata e uccisa a San Lorenzo.

Morte Desirée, il pusher italiano: "Non le ho venduto io la droga"

Resta in carcere, ma non è stato lui a vendere la droga a Desirée Mariottini. Il giudice per le indagini preliminari, infatti, ha confermato la misura cautelare per Marco Mancini, lo spacciatore 36enne arrestato nell'ambito dell'inchiesta sulla morte della minorenne di Cisterna di Latina, facendo però cadere nei suoi confronti l'aggravante della cessione di stupefacenti a minore.

Ciò detto, per il Gip, Mancini ha avrebbe comunque ceduto alcune sostanze ai quattro extracomunitari arrestati che poi, a loro volta, le avrebbero dunque somministrate a Desirée.

Mancini si è difeso in prima persona in occasione dell’interrogatorio di garanzia a Regina Coeli, affiancato dai suoi legali, dicendo: "Non le ho dato droga e non ero lì quella notte", come scrive Il Messaggero.

Mancini

ha sostenuto la sua tesi sostenendo appunto che non si trovava nella palazzina occupata in via dei Lucani, nel quartiere San Lorenzo di Roma, la notte del 19 ottobre, quando la giovane è stata stuprata e lasciata morire.

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