"Un uomo buono e solitario", chi era l'ex sindaco morto per una fatalità

"Un uomo di fede. Una rarità", così lo descrivono i conoscenti. Appassionato di Formula 1, era ancora in lutto per la morte della madre. Questo il quadro della vita di Pierangelo Repanati, l'ex sindaco e giornalista trovato morto

"Un uomo buono e solitario", chi era l'ex sindaco morto per una fatalità

Inizialmente si era parlato di accoltellamento, forse dovuto a una rapina finita male. Invece a uccidere Pierangelo Repanati, è stato probabilmente un malore una fatalità. Il 57enne ex sindaco e giornalista è stato trovato ieri nella sua abitazione di via Roma, a Corte Palasio (Lodi). Riverso a ridosso della porta di casa, giaceva in una pozza di sangue e aveva profonde ferite alla gola.

Un incidente fatale

Circondata l'aerea, gli inquirenti avevano aperto un indagine pensando che il movente più probabile del delitto fosse stata una rapina andata male. L'ipotesi di omicidio, però, vacillava a causa dell'assenza di elementi che facevano pensare a un'introduzione di persone estranee e di tracce di difesa da parte della vittima.

Invece gli esami hanno portato gli investigatori a capire che con ogni probabilità Repanati è morto a causa di un malore. Probabilmente svenendo, l'uomo è crollato su una vetrata che, rompendosi, lo ha ferito e dissanguato. Questa resta ancora un'ipotesi da confermare dopo la visione delle immagini delle videocamere di "da Lella" la pizzeria che si trova di fronte la casa del 57enne.

Una persona solitaria

L'uomo è stato descritto dai suoi compaesani come una persona buona, ma solitaria, soprattutto dopo un lutto che lo aveva molto segnato: la morte della madre.

Durante il sopralluogo nella casa effettuato dalle forze dell'ordine, riporta Il Corriere, ciò è saltato agli occhi è stato il disordine provocato da diversi oggetti ammassati tra loro. Il giornalista era diventato un accumulatore seriale. In cucina è stato trovato un materasso, gli elettrodomestici erano arrugginiti, il soffitto presentava qualche muffa da infiltrazione.

Tra le cose a cui teneva particolarmente c'erano la religione e la Formula 1.

Si recava spesso presso l’abbazia fondata dai Benedettini ad Abbadia Cerreto. Lì la messa è in latino e il 57enne si trovava in pace. I conoscenti lo descrivono come una persona sincera, umile: "Un giornalista col pallino della verità. Un uomo di fede. Una rarità".

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica