Musk-Twitter, le vere ragioni dello strappo. Cosa accade ora

La rinuncia del miliardario sudafricano apre nuovi intricati scenari e nasconde motivazioni legate all'iniziale cifra monstre offerta per acquisire Twitter. Ecco come può finire l'operazione

Il magnate Elon Musk
Il magnate Elon Musk

Trattative interrotte, offerta ritirata. La sfumata acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk la si potrebbe riassumere così, con una sorta di fulmineo cinguettio. Giusto per restare in tema. Eppure, la retromarcia del miliardario sudafricano sulla scalata alla piattaforma social appare più articolata di quanto si creda. Anche per le sue possibili conseguenze. Ufficialmente, il fondatore di Tesla ha motivato la propria rinuncia con il "mancato rispetto" degli accordi da parte della società, alla quale erano state richieste informazioni precise sui profili falsi e sugli spam. In assenza di quei dettagli, Musk ha deciso di troncare la già pericolante contrattazione.

Niente da fare, dunque, per quella che sarebbe stata la più grande operazione economica nell'ambito dei social network. Per l'acquisizione, infatti, il patron di Tesla aveva offerto una somma record da 44 miliardi di dollari (ossia 54 dollari per azione). Ed è proprio attorno a quella super cifra che si nasconderebbero le reali motivazioni del dietrofront. A un primo livello, diversi osservatori fanno notare come l'ostinazione di Musk sulla questione degli account fake fosse tutt'altro che pretestuosa, dal momento che proprio la presenza eccessiva di profili falsi avrebbe ridotto il valore commerciale della piattaforma. Ad aver spinto il tycoon a ripensarci, inoltre, sarebbe stato un cambiamento delle condizioni generali tale da rendere l'iniziativa insostenibile economicamente.

Nonostante avesse accomulato un capitale consistente per concludere il colpaccio, Musk avrebbe accusato il colpo dell'abbassamento di valore delle azioni di Twitter, calate a 37 dollari (-3,98%), e di quelle di Tesla. Un trend così ballerino, unito per l'appunto alle incertezze sul reale valore della piattaforma, avrebbe indotto il magnate di SpaceX a una brusca frenata. Nell'immediato, la mossa ha prodotto un contraccolpo in borsa, con un crollo delle azioni di Twitter, arrivate a un -9% nel trading post-chiusura.

La partita, però, è tutt'altro che conclusa e ora Musk rischia di dover far fronte alle recriminazioni altrettanto onerose della piattaforma. Secondo i termini dell'accordo, adesso l'imprenditore dovrebbe pagare un miliardo per aver interrotto la transazione, ma secondo i legali di Twitter la "penale" non sarebbe sufficiente a ripagare la società del danno. La società, accusata da Elon di aver commesso una "violazione sostanziale di diverse disposizioni", pretende di proseguire l'operazione alla stessa cifra monstre offerta inizialmente dal miliarario sudafricano.

Musk-Twitter: cosa accade ora

Se questo non accadesse - come pare - la piattaforma intenterà una causa milionaria contro il fondatore di Tesla. A quel punto si aprirebbero altri scenari.

Se Musk non pagasse la penale e Twitter non si accontentasse di quel riborso, potrebbe essere un giudice a imporre al magnate di versare una somma economica, potenzialmente pari o superiore (nel caso di una multa aggiuntiva) al prezzo inizialmente concordato. Diversamente le due parti in causa potrebbero trovare un accordo extragiudiziale presumibilmente superiore alla penale. Vista la nota esuburanza del tycoon, non sono però esclusi ulteriori colpi di scena.

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