Se collettivi e quotidiani di sinistra protestano, Paypal risponde. Tutto molto politicamente corretto. Nei giorni scorsi infatti la piattaforma di pagamenti online ha congelato il conto intestato a Generazione Identitaria (GI), il movimento internazionale di destra che ha avviato una raccolta fondi per mettere in mare una flotta in grado di ostacolare le operazioni delle Ong che importano migranti in Italia (guarda il video).
Proviamo ad andare con ordine. Come ilGiornale.it aveva raccontato in esclusiva, ad aprile un'imbarcazione carica di ragazzi "identitari" era riuscita a bloccare nel porto di Catania la nave Aquarius della Ong Sos Mediterraneé. Un'azione estemporanea, in quel caso simbolica. Ma che aveva l'obiettivo di dare il via ad una campagna "più strutturata per fermare il più grande business economico mai intentato ai danni dei popoli europei". Ovvero "l'immigrazione massiva" sostenuta dalle operazioni di salvataggio delle Ong.
La raccolta fondi intitolata Defende Europe in poche settimane ha spinto migliaia di europei a donare qualche euro per sostenere l'attività del movimento patriottico. In totale circa 70mila euro, 40mila attraverso bonifici bancari e altri 30mila nella piattaforma PayPal. E qui casca l'asino.
Perché quando si diffonde la notizia della "flotta anti-Ong", movimenti di sinistra e giornaloni gridano alla "pirateria" e si mobilitano per ostacolare le attività di GI. Prima un'attivista britannica, Caroline Criado-Perez, avvia una contro-iniziativa online. Poi sui social network nasce l'hastagh #StopDefendEuropePaypal, con cui gli internauti accusano PayPal di essere "complice" degli identitari, minacciando di boicottare il sistema di pagamento e ipotizzando azioni legali. Il quotidiano Rue89, fondato da ex giornalisti di Libèration, si chiede se "è possibile creare un'operazione di crowdfunding per uccidere la gente o per impedire" alle Ong "salvare delle vite". Domande retoriche, e pure sbagliate. "Non vogliamo uccidere nessuno - commenta Lorenzo Fiato, esponente italiano di GI - intendiamo solo bloccare il traffico di esseri umani favorito dalle Ong".
In un primo momento Paypal prova a invocare le norme sulla privacy. Poi cede alle pressioni. "Esaminiamo regolarmente le attività dei nostri clienti in base alle nostre condizioni d'uso - ha scritto l'azienda a Rue89 in una mail - Come parte di questo processo, passiamo in rassegna nel dettaglio tutte le azioni che vengono segnalate e stiamo per sospendere il nostro rapporto con i clienti che non rispettano la nostre condizioni. La politica di PayPal è di vietare che i nostri servizi sono utilizzati per accettare pagamenti o donazioni per le organizzazioni le cui attività predicare l'odio, la violenza o intolleranza razziale. La nostra politica sulla privacy ci proibisce tuttavia di fare qualsiasi commento su un account specifico". Risultato: ora Paypal ha deciso di congelare il conto di Generazione Identitaria.
J'ai posé la question à Paypal sur la levée de fonds des identitaires de «Defend Europa». Voici leur réponse: pic.twitter.com/b8Cnq9bmpG
— ᴊules ᴅarmanin (@JulesDrmnn) 9 giugno 2017
"Sabato abbiamo ricevuto una mail - conferma Lorenzo Fiato - in cui ci veniva comunicata l'apertura di un'indagine sulla nostra raccolta fondi". Per ora GI non ha più accesso a 30mila euro che i suoi sostenitori gli avevano inviato usando quel metodo di pagamento. "Ci hanno detto che i fondi non erano trasferibili, potevamo solo rispedirli indietro ai nostri donatori". E così è stato fatto. "Abbiamo scritto diverse mail per informarli che gli sarebbero tornati indietro i soldi - spiega Fiato - e abbiamo avviato una nuova colletta da 30mila euro sul sito Defende Europe per recuperare le somme congelate". Il contrattempo non li scoraggia: "Siamo certi che questo ci aiuterà a trovare ancora più sostenitori".
Sarà un caso, ma ad avere interessi sulle attività di Paypal c'è anche il finanziere George Soros, che secondo Business Insider nel 2015 possedeva "137 milioni di dollari, o più di 4,4 milioni di azioni, in PayPal". Lo stesso Soros che ha più volte sostenuto le cause immigrazioniste.
Intanto le operazioni per mettere in mare le navi anti-Ong proseguono.
"Ci stiamo per mettere in contatto con la Guardia Costiera libica - spiega l'attivista di GI - nella speranza di poterci accreditare come una sorta di Ong al contrario che operi nella Sar zone di Tripoli e riporti indietro i barconi che salpano dalle coste della Libia". Generazione Identitaria ha già messo gli occhi su una grande imbarcazione in grado di fronteggiare le rivali umanitarie. "Sappiamo che le Ong temono la nostra iniziativa. Ma noi non ci femeremo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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