Il 2019 del Cocoricò comincerà solo in primavera. Il comune di Riccione ha chiuso per tre mesi la discoteca simbolo della riviera romagnola. Il motivo? I gestori non hanno mai pagato la tassa sui rifiuti (Tari), accumulando un debito di circa 600mila euro.
Una decisione pesante per il noto locale: lo stop è esecutivo da subito, dunque il "Cocco" sarà chiuso per tutte le feste natalizie e anche per Capodanno, momento florido per gli incassi. La riapertura è fissata per marzo: la festa di San Silvestro, già messa in calendario, dovrà saltare.
"Abbiamo applicato il massimo della sanzione", commenta il sindaco Renata Tosi: la discoteca infatti non ha versato nemmeno una rata del 2018, creando un debito solo per l'anno in corso di 80mila euro. Ma i contenziosi proseguono dal 2010, e i vari titolari che si sono alternati non hanno mai sborsato un centesimo di Tari. Il provvedimento è scattato solo ora perché dal 2018 è in vigore il nuovo regolamento sulla riscossione della Tari, che permette azioni come la chiusura temporanea.
E il Cocoricò non è l'unico locale nel mirino dell'amministrazione comunale. Secondo quanto scritto da TgCom24, il sindaco Tosi ha aggiunto: "La sospensione della licenza al Cocoricò non sarà l'unico provvedimento.
Una misura è già pronta per un'altra discoteca, lo Yellow: sulla base delle verifiche che abbiamo effettuato a settembre, lo scorso venerdì sono partiti gli avvisi per tutte le attività commerciali non in regola con la Tari con un danno per tutti i riccionesi".Non è la prima volta che il "Cocoricò" viene chiuso: l'ultimo precedente risale al 2015, quando la discoteca venne chiusa per quattro mesi dopo la morte di un 16enne che si era sentito male a causa del consumo di ecstasy.
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