Venerdì e sabato gli impianti produttivi della Magneti Marelli di Bologna si sono fermati per uno sciopero indetto dalla Fiom al quale hanno aderito tutti i 400 dipendenti. Il motivo? La richiesta dell’azienda di effettuare una serie di sabati lavorativi per far fronte agli ordinativi.
I dipendenti non ci stanno perchè "lavorare durante il fine settimana danneggia il rapporto tra genitori e figli". Il contratto aziendale del gruppo Fca, con sede a Crevalcore, poco lontano dal capoluogo emiliano, prevede che la direzione aziendale possa comandare 120 ore di straordinario l’anno senza contrattarle con i lavoratori. Questo monte ore alla Magneti Marelli è già stato esaurito al punto che nel periodo estivo è stato necessario fare ricorso alle prestazioni di qualche decina di operai a chiamata.
Con la ripresa autunnale è stato così deciso di introdurre una organizzazione del lavoro suddivisa in diciotto turni settimanali. In pratica ogni dipendente continua a fare le ore previste dal contratto ma il riposo settimanale ruoterà su tutti i giorni della settimana. Il risultato è che ciascun operaio o tecnico della Magneti Marelli lavorerà 5 sabati su 6,a parità di salario, proprio per far fronte ai picchi produttivi.
La decisione della Magneti Marelli ha spinto la Fiom a proclamare lo sciopero che ha avuto la totale adesione.
Spiega Michele Bulgarelli: " Tra i lavoratori ci sono mariti e mogli, molti dei quali hanno figli. Il problema è nato li. per loro venire al lavoro il sesto giorno della settimana significa non stare con i bambini nell'unico tempo possibile e in più, nella maggior parte dei cas, dover pagare una baby sitter".
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