Non c’è fretta per un’eventuale terza dose del vaccino. Oramai è certo: se ci sarà bisogno di un ulteriore richiamo dell’antidoto, questo non verrà inoculato prima dell’autunno del prossimo anno. Il presidente dell’Aifa Giorgio Palù ha dichiarato al quotidiano la Nazione: “Si sta studiando la durata della risposta immunitaria; potrebbe essere richiesto un richiamo per fasce di popolazione specifiche. Ogni decisione sarà presa in base a dati certi, che si renderanno via via disponibili”. Guido Rasi, professore di microbiologia a Roma e direttore scientifico Consulcesi, è convinto che la terza dose sia una ipotesi da valutare con prudenza. “Appare logico prevedere una protezione duratura per chi ha avuto il Covid e ha fatto una dose di vaccino - ha dichiarato l'ex numero uno dell'Ema, agenzia regolatoria europea dei medicinali - ma anche tutti quelli che hanno completato il ciclo vaccinale delle due dosi potrebbero essere protetti verosimilmente per più di un anno. Vedremo più avanti cosa succede in casi particolari (immunodepressi, non responder), ma anch' io escluderei categoricamente una nuova vaccinazione di massa a settembre”.
Crolla, quindi, una certezza: nessuna terza dose il prossimo autunno. In quel periodo si deciderà come procedere. Magari ci si renderà conto che un altro richiamo possa essere utile nella lotta contro il Covid-19 e soprattutto per combattere le pericolose varianti, ma tutto ciò sarà eventualmente programmato per il 2022. La pensa allo stesso modo Massimo Ciccozzi, epidemiologo dell'Università Campus Biomedico di Roma, il quale è dell’idea che stiamo imparando a convivere con il virus e che, per il futuro, si potrà pensare a una profilassi bivalente (influenza più Coronavirus) da consigliare eventualmente nei soggetti fragili, ipertesi, con diabete, o sopra i sessant' anni. L’attenzione di tutti, adesso, è riposta sulla campagna vaccinale, a cui va data un’ulteriore accelerata.
Eppure, analizzando i dati, in Italia si sta vaccinando di buona lena. L’altro ieri sono state effettuare 600mila vaccinazioni in 24 ore. Il Bel Paese è al secondo posto in Europa in termini di coperture, superato solo dalla Germania. La risposta dei giovani è molto positiva; i ragazzi si stanno vaccinando in massa e questo lascia ben sperare. Sono state distribuire, fono a questo momento, 42 milioni di dosi tra Pfizer, Moderna, AstraZeneca e Janssen e l’88% degli antidoti è stato già somministrato. In altre nazioni si è molto indietro e questo preoccupa Luca Pani, farmacologo dell'Università di Modena e Reggio Emilia. “Solo immunizzando la popolazione a livello globale – ha detto – usciremo dall'assillo delle varianti”.
Gli scienziati, intanto, sono al lavoro sul cosiddetto vaccino universale, che oltre a colpire la proteina Spike punta a inceppare regioni virali meno soggette a cambiamenti repentini. Solo allora potremo essere certi di essere a buon punto nella lotta al Covid-19.
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