"Non deve rimanere nessuno. Vai amò". Le chat dell'orrore tra Elena e Giovanni

Elena e Giovanni avevano pianificato la strage familiare. Nelle chat i dettagli inquietanti del piano: "Emilia non può rimanere"

"Non deve rimanere nessuno. Vai amò". Le chat dell'orrore tra Elena e Giovanni

"Vai, amò". Sarebbe questo il segnale con cui Elena Gioia avrebbe dato il via libera al fidanzato, Giovanni Limata, per uccidere il padre, Aldo Gioia, trafitto al corpo con 14 coltellate mentre dormiva. Pochi secondi prima che l'appartamento al civico 253 di via Vittorio Emanuele, ad Avellino, si trasformasse in una terribile scena del crimine, i due giovani avevano definito gli ultimi dettagli del piano delittuoso.

Gli sms prima dell'omicidio

Alle 22.15 di venerdì sera, Elena scrive un sms al fidanzato: "Papà sta dormendo". "Sono dentro" risponde lui. Poi, ancora una calda raccomandazione della ragazza: "Già sai, amò". Una manciata di minuti più tardi, parte del progetto criminale si è già compiuto: Aldo è agonizzante sul divano, col torace trafitto da 14 fendenti impietosi. Liana ed Emilia, rispettivamente la mamma e la sorella minore di Elena, si precipitano in soggiorno per soccorrere il 53enne. Intanto, Giovanni raccoglie l'arma del delitto - un grosso coltello da caccia - la infila nello zaino e fugge via. Poco dopo, all'esterno dell'abitazione al civico 253 di Corso Vittorio Emanuele, c'è un viavai di ambulanze e volanti della polizia: è l'inizio di una tragedia familiare.

La chat dell'orrore al pomeriggio

Nel piano delittuoso concertato dai due fidanzatini rientravano anche Liana ed Emilia. Lo avevano deciso al pomeriggio, mentre si accordavano per l'eventuale fuga con un fitto scambio di messaggi su WhatsApp rilanciato, questa mattina, sulle pagine del Corriere della Sera.

Ore 16.39, Giovanni scrive alla fidanzata: "Sì ma comunque non mi hai detto che fai. Hai solo detto che tra poco vai a preparare gli zaini". Elena risponde con tono seccato: "Sto in stanza scegliendo che cavolo mettere dentro a sti zaini di m...". Alle Ore 18, la ragazza fa un ragguaglio dei preparativi: "Allora, - scrive -in tutto sono quattro zaini, due un po' più grandi e gli altri piccolini". Due ore dopo, Giovanni riavvolge il filo del discorso: "Lo sai che ti si scarica e anche a me, saremo nella m... perché dovremo aspettare la mattina dopo per lasciare Avellino, perché non avremo come chiamare".

Resta poi da sistemare Milly, il cane di piccola taglia della famiglia Gioia. Giovanni chiede lumi alla fidanzata: "Se mi sgama il cane dietro la porta che fa, abbaia il tuo cane oppure non fa niente e resta zitto, semplice no?". Elena lo rassicura: "Allora io scendo comunque a butta' la spazzatura, così non desto sospetti né nulla; tu sali con me e ti lascio la porta aperta, mi prendo a Milly e mi chiudo nella stanza; appena tu hai finito vieni da me e ce ne andiamo. Entro prima io ovviamente e poi ti mando il messaggio". A quel punto, la conversazione tra i due fidanzati si interrompe, salvo poi riprendere alle ore 21.10 per definire gli ultimi dettagli della strage.

Giovanni esprime qualche perplessità sull'eventuale coinvolgimento di Emilia, la sorella della 18enne, nella mattanza: "Sei sicura, anche Emilia hai deciso?". L'ultima parola spetta ad Elena: "Emilia non può rimanere, per favore". Poi, la chiosa che gela il sangue: "Ho deciso, non rimane nessuno".

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