Papa Francesco potrebbe seguire la scelta operata da Joseph Ratzinger sette anni fa, L'opinione del professor Valerio Gigliotti, che da tempo si occupa della "rinuncia" in senso storico e canonistico, è chiara. L'accademico insegna Storia Medievale e Moderna presso l'Università di Torino. E la Storia - com'è noto - riguarda giocoforza anche il vertice della Chiesa universale. "Dimettersi" dal soglio di Pietro, da Benedetto XVI in poi, non rappresenta più un tabù. E Papa Francesco in passato è sembrato possibilista sull'ipotesi di seguire la scia del teologo tedesco.
Professor Gigliotti, la rinuncia di Benedetto XVI è valida?
Sì, certamente. La rinuncia di Benedetto XVI è assolutamente valida sotto ogni profilo: è un’ipotesi esplicitamente prevista dal vigente Codice di Diritto Canonico ed inoltre è legittimata da una lunghissima tradizione storica e canonistica.
Perché Mons. Gaenswein, all'epoca, ha parlato di "ministero allargato"?
L’espressione fu utilizzata da Mons. Gaenswein nel maggio 2016, in occasione della presentazione di un volume su Papa Ratzinger ed è da leggersi per intero: "Dall’elezione del suo successore non ci sono due Papi, ma di fatto un ministero allargato con un membro attivo e uno contemplativo". Personalmente ritengo che tale posizione sottolinei due punti importanti: il primo è che occorre escludere in modo categorico, dopo la scelta di Benedetto XVI, ogni ipotesi di un "co-papato" o - peggio - della presenza di "due Papi". Il secondo riguarda invece la dimensione sicuramente “nuova” - anche se per molti altrettanto problematica - nella storia della Chiesa e del suo diritto, con cui l’ultima rinuncia al papato è stata interpretata".
C'è la possibilità che anche Bergoglio si dimetta? Magari dopo la scomparsa di BXVI...
L’ipotesi non è assolutamente da escludere, tutt’altro. In più di un’occasione Papa Francesco ha dichiarato che, nel caso non si sentisse più in grado di esercitare il ministero petrino, seguirebbe la strada della rinuncia (ri)aperta, dopo quasi sei secoli, dal suo predecessore.
Questa della "rinuncia" al soglio di Pietro può divenire una prassi?
Sicuramente questo è il tema più interessante della questione. Le risponderei con le stesse parole usate da Papa Bergoglio nel 2014, quando in un’intervista dichiarò che considerando l’allungarsi della vita media e l’oggettiva situazione per cui "a una certa età non c’è la capacità di governare bene, […] di portare avanti tutti i problemi di un governo come quello della Chiesa", la scelta di rinunciare compiuta da Benedetto XVI aveva di fatto aperto "una porta che è istituzionale, non eccezionale". Il vero problema, oggi, è che la norma sulla rinuncia del Papa contenuta nel Codice di Diritto Canonico, residuo di una lunga tradizione canonistica dell’epoca di Celestino V, risulta eccessivamente scarna - per non dire inadeguata - alle nuove esigenze della Chiesa del III millennio. È per questo motivo che ho di recente avviato, insieme ad un’équipe di colleghi storici, teologi e canonisti, lo studio per un progetto di riforma e regolamentazione dell’attuale disciplina che tenga conto di tutte le nuove ipotesi.
Joseph Ratzinger è "papa emerito" o "vescovo emerito"?
La questione dello "status" canonico e del titolo, oltre che di altri "segni" esteriori, assunti da Benedetto XVI dopo la rinuncia è di certo stata la più controversa ed ancora oggi la più dibattuta tra teologi e canonisti. Per alcuni la scelta dell’espressione “vescovo emerito di Roma” rispetto a quella di “Papa emerito” sicuramente sarebbe risultata più armonica e coerente con l’analogo titolo previsto, da Paolo VI, per i vescovi diocesani che abbiano cessato il proprio ufficio; per altri invece già solo la previsione di un “emeritato” suona stonata in relazione al Papa… Tre recenti volumi, di Carlo Fantappiè, Geraldina Boni e Rosario Vitale illustrano a fondo tutti questi problemi. Per quanto mi riguarda mi limito a constatare che, al di là delle alternative più o meno "rassicuranti", la scelta compiuta da Joseph Ratzinger mentre ancora era "in carica" ricadde sull’espressione “Romano Pontefice (o Papa) emerito”, scelta peraltro approvata - a quanto mi risulta - dal suo successore. Cito ancora Papa Francesco: "Io credo che papa Benedetto XVI abbia fatto questo gesto che di fatto istituisce i Papi emeriti. […] Io penso che 'papa emerito' sia già un’istituzione". In fin dei conti - pur con tutte le eventuali riserve teologiche e giuridiche del caso - chi sono io per contestare la scelta di ben due Papi?
Qual è il suo giudizio sulla vicenda del libro scritto da Robert Sarah e Joseph Ratzinger?
Stimo troppo entrambe le personalità degli autori per pensare che non si sia trattato di un semplice - anche se sicuramente sgradevole - difetto di comunicazione durante le fasi di pubblicazione del volume, peraltro poi chiarito a quanto mi risulta.
Credo però che non si debbano troppo strumentalizzare queste - o altre - polemiche interne, che rischiano di creare tensioni e contrapposizioni, spesso ingiustificate. La Chiesa, oggi forse non più che in altre epoche della sua storia, ha un estremo bisogno di unità, non di divisioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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