L'aumento di nuovi casi di coronavirus ha fatto suonare più di qualche campanello d'allarme ma gli esperti invitano a non farsi prendere dal panico sulle possibili conseguenze. Gli ospedali italiani non presentano al momento gravi pressioni che ne possano compromettere la regolare attività e i casi di polmoniti gravi sono nettamente inferiori rispetto alle ondate precedenti. Tuttavia, i medici continuano a raccomandare la massima prudenza, rispettando le regole base che fin qui hanno aiutato il Paese nel contenimento dei contagi, incluse le mascherine nei luoghi di assembramento e l'igiene delle mani. Da più parti si esclude il ritorno a scenari estremi già conosciuti, anche grazie ai vaccini e alla larga infezione. Ma Nicola Magrini, direttore generale dell'Aifa, esclude anche il ritorno del Green pass.
"Non ci aspettavamo questa ondata. Credevamo che anche questa estate sarebbe trascorsa con una circolazione scarsa. Per fortuna la variante attuale causa una malattia meno grave e gli ospedali sono lontani dalle emergenze del passato, con una popolazione largamente vaccinata", ha sottolineato Magrini in un'intervista a la Repubblica. Il sistema sanitario italiano, così come quello europeo, non sono in condizioni di stress, per questo motivo il direttore dell'Aifa consiglia di non allarmarsi inutilmente e trova incomprensibile quanto sta accadendo in Germania, dove avanza l'ipotesi di chiudere le scuole in inverno: "Lo scenario non è più quello".
Come ha evidenziato Magrini, infatti, in questa fase "il picco ci interessa fino a un certo punto". Ma resta fondamentale la questione vaccini: "Per ora pensiamo di raccomandare il nuovo vaccino al di sopra dei 60 anni. I più giovani, se vorranno, potranno comunque farlo. Non ci sarà obbligo vaccinale, e nemmeno il Green pass". Intanto le aziende produttrici si stanno impegnando ad aggiornare i vaccini contro le nuove varianti e i primi risultati sembrano essere incoraggianti: "I dati di Moderna e BioNTech sono molto buoni: gli anticorpi sono più che doppi rispetto al vaccino attuale. Vedremo quanto questo si tradurrà in una protezione dalla malattia grave e dal contagio".
La timeline di Nicola Magrini per la disponibilità dei nuovi vaccini prevede il loro utilizzo già all'inizio dell'autunno: "Una volta ottenute le autorizzazioni, prevediamo all'inizio di settembre, i nuovi vaccini saranno consegnati in 2-3 settimane.
Le Regioni potrebbero essere pronte diciamo dal 1° ottobre, vaccinando negli hub e con i medici di famiglia". Finora, la somministrazione della seconda dose booster è stata fallimentare e si spera che con l'arrivo dell'autunno, soprattutto i fragili, scelgano di proteggersi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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