"Ora il Nord è meno vulnerabile". Ecco perché il virus corre al Sud

Gli ordini di grandezza nel rapporto tra Nord e Sud sembrano ribaltati rispetto alla primavera scorsa: "Le Regioni del Nord hanno registrato un forte abbattimento percentuale dei casi di positività"

"Ora il Nord è meno vulnerabile". Ecco perché il virus corre al Sud

L'immunità di gregge potrebbe essere la spiegazione di un particolare fenomeno che sta riguardando il Nord Italia. È la prima volta che questa prospettiva si affaccia nel nostro Paese da quando è scoppiata l'emergenza Coronavirus. Una possibilità che prende campo considerando un sorprendente dato, che ovviamente dovrà essere confermato, interpretato e spiegato prima di arrivare a conclusioni dirette: pare che gli ordini di grandezza nel rapporto tra Nord e Sud si siano ribaltati rispetto alla primavera scorsa. Questa ipotesi ha colpito Nino Cartabellotta nell'ultimo rapporto sui contagi da Covid-19: il Gimbe, la fondazione di cui è presidente, settimanalmente compila un report e ora il recente quadro della situazione sarà oggetto di tutte le valutazioni del caso.

Mentre Regioni come la Campania (5.4%) e la Sardegna (4.3%) dalla fine dell'estate continuano a registrare un fortissimo incremento di contagi reali, le Regioni che fin dall'inizio sono state fortemente colpite dalla pandemia - come la Lombardia (1,9%) e l'Emilia Romagna (2.2%) - "hanno registrato, nello stesso periodo, un forte abbattimento percentuale dei casi di positività". La tesi del ricercatore del Gimbe è chiara: la percentuale potrebbe essere falsata se si tengono in considerazione solamente i tamponi fatti in assoluto; andrebbe invece valutato questo rapporto sui numeri netti. Ecco perché l'immunità di gregge potrebbe essere la spiegazione a questa forbice tra dati: "E proprio questa ipotesi spiega anche perché, portati sullo stesso indice, i dati di Campania e Sardegna, una Regione che era Covid free prima dell'estate, e altre Regioni del Sud, che erano state toccate meno, hanno oggi un grande incremento".

"Centro e Sud come Lombardia"

Anche la Sicilia e la Puglia con il 3.5% e il 3,1% sono salite entrambe al di sopra della media nazionale (3.1%): in questi territori prima il virus era meno diffuso e perciò adesso ha ancora grandi possibilità di contagio. "Nel Nord e in Lombardia, evidentemente, ha già toccato settori amplissimi della popolazione, che oggi sono meno vulnerabili al Coronavirus", ha spiegato Cartabellotta a La Verità. E c'è la possibilità che l'indagine epidemiologica dell'Istat della scorsa primavera fosse largamente sottostimata. Per un motivo piuttosto evidente: "Su un panel di 150mila intervistati potenziali, ben 70mila interpellati che erano stati inseriti nel campione all'epoca rifiutarono il questionario. Non avevano nemmeno la garanzia del tampone, cosa ridicola se si pensa ai costi di quella indagine, solo due milioni alla Croce rossa per l'attività di call center".

Il medico ha infine avvertito, in un'intervista rilasciata al giornale online Tpi, che il Centro e il Sud potrebbero rischiare di diventare come la Lombardia se si prende questo momento alla leggera: "Effettivamente è così. Se non si controllano i casi sul territorio, è cosi".

Dalla variazione settimanale emerge che da un lato si stanno facendo più tamponi, dall'altro che sta aumentando in maniera costante il rapporto tra i positivi e i casi testati: "Se un mese fa era dello 0,8%, cioè meno di un caso su 100, oggi invece è del 3,1%. Con differenze regionali importanti. Di fatto il centro sud sta sperimentando un'ospedalizzazione più alta del resto d'Italia".

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