Episodio di indicibile violenza a Novara, dove una donna di nazionalità nigeriana è stata aggredita da un connazionale furioso per essere stato rifiutato. A scatenare la reazione del pericoloso soggetto, anche il fatto che la giovane fosse omosessuale, cosa inaccettabile per lo straniero.
A denunciare la vicenda l'Arcigay Rainbow Vercelli Valsesia, che sulla propria pagina Facebook ha raccontato l'accaduto, postando anche una foto della vittima.
Stando a quanto riferito dalla sopra citata associazione, il fatto si è verificato durante la serata di giovedì 19 dicembre, intorno alle ore 18:00.
Jen, questo il nome della ragazza 25enne, stava uscendo dalla stazione ferroviaria di Novara quando si è imbattuta nel suo aggressore, conosciuto con il nome di Solomon. La giovane conosceva l'uomo, che già in passato aveva tentato un approccio con lei, motivo per cui ha allungato il passo, cercando di evitarlo. Tutto inutile, dato che il connazionale, dopo averla riconosciuta, le è andato dietro, deciso ad avere la sua attenzione.
Per l'ennesima volta Jen si è sentita rivolgere un invito a trascorrere del tempo insieme ed è stata costretta a rispondere con un deciso rifiuto. La ragazza ha spiegato ancora una volta di essere lesbica e di non desiderare una relazione amorosa con un uomo, ma il nigeriano non ha voluto saperne. In preda alla rabbia, si è scagliato con estrema violenza contro di lei.
“Nel nostro Paese queste cose non sono ammesse”, le avrebbe gridato, prima di aggredirla.
“Ora sono in Italia, sono libera di fare ciò che mi fa stare bene”, sarebbe stata la risposta di Jen, prima di essere colpita.
Travolta dalla furia dell'uomo, la 25enne è stata quindi tempestata di colpi, prima di venire abbandonata per strada. “Sei una vergogna!”, avrebbe aggiunto Solomon, prima di allontanarsi. “Non finisce qui, nel nostro Paese uccidono le lesbiche e ti ucciderò”.
Rimasta tramortita a terra, Jen ha trovato la forza di telefonare ad un amico, poi accorso per aiutarla. Finita in ospedale, la giovane è stata medicata e poi dimessa con 3 giorni di prognosi. Sul suo volto sono ancora e evidenti i segni della violenza subita.
Del caso si stanno ora occupando gli agenti della questura di Novara, che hanno raccolto la formale denuncia sporta dalla 25enne ed avviato le ricerche del responsabile.
“Spera che la giustizia faccia il suo corso e che quella italiana funzioni meglio di quella nigeriana. Lei è spaventata, dopo tutto quello che ha passato crede di non poter essere al sicuro neanche in Italia.
Ha trascorso anni a nascondersi e a vergognarsi di essere lesbica e non vuole ripiombare nell’invisibilità e nella paura”, ha dichiarato Giulia Bodo, presidente di Arcigay Rainbow Vercelli a “La Stampa”.Dura l'accusa di Arcigay Vercelli, che nel suo comunicato ha denunciato anche il fatto che, durante il pestaggio, nessuna delle persone presenti in strada sarebbe accorsa per aiutare Jen.
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