Questa mattina a Nuoro un ragazzo di 12 anni è stato gravemente ferito alla testa da un proiettile, secondo i primi rilievi partito dall’arma dello zio, durante una battuta di caccia nelle campagne di Irgoli, in Baronia. Il colpo di fucile sarebbe stato esploso inavvertitamente dall’uomo, un carabiniere 64enne in pensione. Il proiettile ha centrato la parte sinistra del cranio del piccolo, che è stato trasportato in elicottero all’ospedale San Francesco di Nuoro, ed è in fin di vita. L’associazione Vittime della Caccia amaramente commenta: "Non c’è da aggiungere niente altro ai fatti di sangue che oramai si succedono sistematicamente dall’inizio della stagione venatoria. Ogni altro commento oltre ai crudi numeri è superfluo".
“Massima vicinanza e solidarietà” alla famiglia del bambino gravemente ferito, “rabbia e indignazione” per i numeri della “vera e propria strage” dovuta alla pratica venatoria che "non risparmia nemmeno i più piccoli". Sono i sentimenti espressi dall’ex ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, alla notizia del grave incidente: "Ora é veramente troppo. L'ennesimo ferimento, a carico di un bambino innocente e che certamente non avrebbe dovuto essere in battuta, mostra che la caccia non è solo un attentato al nostro patrimonio faunistico, un bene di tutti di cui si appropriano pochi, ma anche e soprattutto un continuo attentato alla vita umana. Prima aboliremo la caccia, meglio sarà".
“Innanzitutto – ha proseguito la Brambilla – dobbiamo sperare e pregare che il dodicenne ferito alla testa possa riprendersi. Ma è arrivato il momento di manifestare tutta la nostra indignazione per il bollettino di guerra che siamo costretti ad aggiornare ogni week end con spaventosa regolarità.
Il 2 novembre l’Associazione vittime della caccia calcolava che in due mesi di stagione abbiamo avuto 16 morti e 48 feriti. Sono passati pochi giorni e dobbiamo aggiungere quantomeno il cacciatore morto per colpo d’arma da fuoco giovedì nel modenese, quello ferito ieri a Scandiano e il ragazzino di oggi”.
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