Sulle armi usate per uccidere il 23enne Luca Varani, morto il 3 marzo scorso in un appartamento al Collatino nel corso di un festino a base di alcol e droga, non è possibile individuare tracce riconducibili a Manuel Foffo e Marco Prato, i due giovani detenuti in carcere con l’accusa di omicidio volontario. A queste conclusioni sono giunti gli esperti del Ris, incaricati dal pm Francesco Scavo di verificare la presenza di eventuali impronte degli indagati su un coltello e su un martello.
Tecnicamente, la presenza in eccesso di materiale biologico (e cioè il sangue della vittima)sulle armi non ha consentito di evidenziare le impronte di Foffo e Prato.
Una conclusione, questa, che non muta di una virgola il quadro di responsabilità delineato dalla Procura, il cui impianto probatorio resta immutato, anche se Foffo e Prato si sono sostanzialmente accusati a vicenda su chi avesse inferto il colpo di grazia a Varani. Il magistrato, che non ha avuto risposte importanti dall’analisi dei telefonini dei due indagati, è ora in attesa di conoscere anche gli esiti degli accertamenti medico-legali che ancora tardano a venire.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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