Otto mesi dopo lo spietato, e apparentemente inspiegabile, omicidio di Luca Varani, avvenuto in un appartamento nel quartiere Collatino di Roma il 3 marzo, l'inchiesta sui due presunti responsabili - Manuel Foffo e Marco Prato - si arricchisce di nuovi particolari importanti. I due, chiusi nel carcere di Rebibbia e di Regina Coeli, sono stati ascoltati per mesi a loro insaputa. Le conversazioni dei due con i propri parenti sono state infatti intercettate.
È Il Messaggero a pubblicarne alcuni stralci. A pochi giorni dal delitto Manuel Foffo incontra il fratello: "Ho fatto una cosa peggio dell'Isis - si sfoga - un crimine vigliacco, infame e crudele. non mi piace essere me stesso". Il parente prova a confortarlo e quando lui sbotta dicendo: "faccio un gesto da eroe, mi suicidio", gli risponde: "Un gesto da cogli... Solo al tumore non c'è rimedio. Stavi svalvolato altrimenti non l'avresti mai fatto".
Anche Marco Prato si sfoga con suo padre, rammericandosi in particolare per le mancate visite della madre: "Mamma non viene? Io ho il libero arbitrio. Da bambino mi si è formato un vuoto, ho cercato di colmarlo per tutta la vita con droga e sesso. E poi è successo quello che è successo".
Di quella notte e dei tanti particolari scabrosi è soprattutto Foffo a farne riferimento. Davanti al fratello che gli dice che "quell'altro gli sta mettendo tutta la m... addosso, perché dice che sei stato te, sbotta. "Gli ha dato la coltellata al cuore. Dice che gliel'ho data io? A beh...gli stava a tagliare er p...Lo voleva evirare. Gli ho fatto: fermate ahoooo".
Le intercettazioni sono state
racconle nel fascicolo che potrebbe portare a processo lo studente universitario del Collatino e il pr delle serate vip, entrambi accusati di omicidio premeditato aggravato dalla crudeltà e da futili motivi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.