Omosessualità, per il gesuita "la Bibbia va contestualizzata"

Il padre gesuita James Martin, consulente del Vaticano, ha affermato che la dottrina cattolica sugli omosessuali va contestualizzata. Ecco cosa ha detto

Omosessualità, per il gesuita "la Bibbia va contestualizzata"

La dottrina cattolica sull'omosessualità dovrebbe essere contestualizzata sulla base dei tempi in cui è stata scritta la Bibbia. La posizione di James Martin, gesuita e consulente vaticano in materia di comunicazione, è destinata a far discutere. Il 31 gennaio scorso, durante un intervento in una scuola dei gesuiti, Martin ha affermato che i giudizi e le prescrizioni sull'omosessualità contenuti all'interno del testo sacro della religione cristiana ed ebraica andrebbero interpretati tenendo conto di quel particolare momento storico. La legge rivelata, insomma, sarebbe relativizzabile. E la posizione sull'omosessualità, nello specifico, sarebbe in qualche modo equiparabile a quella sull'interesse economico: datata e non per forza valida.

I cattolici che sostengono la bontà dei matrimoni tra persone dello stesso sesso, poi, dovrebbero per James Martin continuare a considerarsi tali nonostante non rispettino un insegnamento della Chiesa. Secondo questo articolo di Lifesite news, il consulente della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede ha detto, rispondendo ad una domanda sollevata da una giovane, che: "Le persone spesso prendono la Bibbia fuori dal contesto...quando parlano di insegnamenti diversi dalla Bibbia". E ancora: "E lo fanno in un modo che non utilizzano per quasi nessun altro gruppo". L'ennesima novità dottrinale promossa dal gesuita, quindi, è questa contestuabilità temporale del testo biblico. Il consulente vaticano, del resto, non è nuovo ad aperture progressiste. Il maggio scorso si era spinto a dichiarare che: "Alcuni santi erano probabilmente gay. Una certa parte dell'umanità è gay. Anche una certa parte dei santi poteva esserlo. Potresti essere sorpreso quando in Paradiso verrai salutato da uomini e donne Lgbt". Alcuni, specie tra i cosiddetti tradizionalisti-cattolici, hanno da tempo bollato Martin come "il consulente di Bergoglio pro Lgbt". E negli Stati Uniti è nato un movimento d'opinione che è solito contestare la presenza del gesuita alle conferenze promosse dalla Conferenza episcopale americana.

Nel Nuovo Testamento, come ha ricordato Lifesite, gli atti omosessuali sono "condannati" in 1 Corinzi 6:9, dove si trova scritto: "Non sai che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non essere ingannato; né i fornicatori, né gli idolatri, né gli adulteri, né le prostitute, né i sodomiti, né i ladri, né gli avidi, né gli ubriachi, né i calunniatori né i ladri erediteranno il regno di Dio", ha scritto San Paolo nella prima lettera alla comunità cristiana di Corinto. Non solo l'Antico Testamento, quindi, vieterebbe gli "erotismi" tra persone dello stesso sesso. L'argormentazione sostenuta da Martin, da quanto si apprende, si sarebbe basata sull'inusualità di altre prescrizioni, come quella relativa allo Sabbath. Ma queste sarebbero tutte contenute nella prima parte della Bibbia.

Nel frattempo, la Conferenza episcopale tedesca ha affermato prima tramite Mons.Bode, poi attraverso una posizione espressa dal presidente e cardinale Marx, che si sta studiando un modo per benedire le coppie omosessuali. In Vaticano sembra arrivata l'ora della svolta sul tema.

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