Dopo la nave Alan Kurdi della ong tedesca Sea Eye, un'altra imbarcazione è andata a recuperare migranti nel Mediterraneo Centrale al largo della Libia. Questa volta la ong è spagnola e la nave si chiama Opern Arms. Non un nome nuovo, un nome che ai più ricorderà il trucchetto adoperato per far sbarcare i migranti in Italia. Trucchetto svelato solo qualche giorno fa sulle colonne di questo giornale da Fausto Biloslavo e Valentina Raffa. E come da copione, ora dalla nave chiedono un porto sicuro.
"Stava affondando. Stava entrando così tanta acqua nel gommone che era sul punto di naufragare. Siamo arrivati in tempo. Cinquantadue persone alla deriva, 16 donne e due bimbi piccoli, sono in salvo. Ora serve un porto sicuro", scrive Oscar Camps, fondatore della ong catalana Proactiva Open Arms su Twitter.
I porti italiani sono chiusi.
Matteo Salvini lo ha detto in tutte le salse. E ora fonti del Viminale spiegano che il vicepremier leghista, il ministro Elisabetta Trenta e Danilo Toninelli hanno firmato "il divieto di ingresso, transito e sosta nelle acque territoriali italiane".
#UPDATE Rescatadas 55 personas, 16 mujeres, 2 bebés mellizos de 9 meses. Todos a salvo y a bordo. Necesitamos un puerto seguro para todas ellas.#Antespresosquecomplices
— Open Arms (@openarms_fund) August 1, 2019
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