Avrebbe favorito una coop che si arricchiva con i migranti. Così è finito nei guai il viceprefetto di Padova, Pasquale Aversa, accusato di turbativa d'asta, corruzione, truffa e rivelazione di segreti d'ufficio.
Ma le accuse a suo carico sono solo la punta dell'iceberg di un vero e proprio business dei migranti che va avanti da quattro anni e che vede protagonista l'unica cooperativa ad avere in mano tutta la gestione dei profughi in Veneto: la Ecofficina Educational, passata nel giro di pochi mesi da un fatturato modesta a milioni di euro di entrate.
La cooperativa, che ora ha cambiato nome in Edeco, gestisce diversi centri di accoglienza (tutti rigorosamente riempiti fino all'orlo di immigrati).
A chiudere un occhio sulla quantità degli ospiti sarebbe stato proprio il vicario della Prefettura di Padova che, insieme all'ex funzionaria Tiziana Quintario, avrebbe così favorito il giro d'affari della Edeco.
A Padova, per esempio, Aversa avrebbe fatto risultare nell'ex caserma Prandina solo 40 migranti. In realtà, però, ce n'erano 77. E non è finita qui.
Secondo gli inquirenti, infatti, il viceprefetto avrebbe anche informato la cooperativa delle ispezioni programmate nei vari centri di accoglienza.Coinvolti nell'inchiesta risultano anche i responsabili della cooperativa milionaria: il presidente Gaetano Battocchio, la vice Sara Felpati e il gestore ufficiale dei centri Simone Borile.
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