Un padre si è presentato in caserma dai carabinieri non per supportare la figlia che aveva denunciato di essere stata violentata, ma per difendere i suoi carnefici. Ieri vi abbiamo raccontato il dramma di una ragazza che si è presentata ai carabinieri per denunciare una violenza sessuale subita da un gruppetto di 4 giovani, due dei quali sono finiti in carcere, mentre agli altri due sono stati concessi gli arresti domiciliari.
La denuncia ai carabinieri
Lo scorso 8 febbraio la 18enne aveva raccontato ai militari di essere stata attirata con l’inganno in una casa di Tre Fontane, a Campobello di Mazara, Comune in Provincia di Trapani, e di essere stata poi violentata dal gruppetto. Aveva anche raccontato ai carabinieri di aver urlato e di aver cercato in tutti i modi di ribellarsi. Senza però riuscirsi. I suoi violentatori, sempre secondo il racconto della presunta vittima, le avevano anche procurato alcuni lividi e contusioni su tutto il corpo. Nonostante le sue richieste disperate di fermarsi, i suoi aguzzini avevano continuato e anzi, si erano anche messi a ridere di fronte alla sua disperazione. Un’ora dopo la denuncia, il padre della 18enne si era però rivolto ai carabinieri per raccontare tutta un’altra storia e, in un certo senso, difendere gli accusati.
Il padre difende gli aguzzini della figlia
Come riportato da Repubblica, l’uomo, un’ora dopo che la figlia si era presentata in caserma, aveva telefonato ai carabinieri, non per sostenere la sua versione dei fatti, quanto per difendere i ragazzi arrestati. “Mia figlia vi ha raccontato dei fatti non veri, era sotto l'effetto di sostanza alcoliche e quindi non era in grado di capire quanto accaduto”, avrebbe detto l’uomo al piantone che l’ha quindi invitato a raggiungere la caserma per spiegare meglio. Il padre è quindi arrivato insieme ai quattro presunti violentatori asserendo: “Questi sono dei bravi ragazzi. Le ferite che la ragazza ha alle braccia sono dovute al fatto che i suoi amici tentavano di riportarla a casa, ma era ubriaca e faceva resistenza”.
Le indagini dei carabinieri
Le indagini avviate dai carabinieri del comando provinciale di Trapani hanno però portato al fermo dei quattro ragazzi, difesi a spada tratta dal padre della 18enne. La giovane ha infatti continuato a sostenere il suo racconto e a chiedere giustizia per quella violenza subita nella serata del 6 febbraio. La procura di Marsala ha accusato il gruppetto di violenza sessuale aggravata. Per due di loro si sono aperte le porte del carcere, mentre altri due sono finiti ai domiciliari. Un minorenne è indagato a piede libero. Adesso resta da capire perché il padre della ragazza si sia presentato ai militari sostenendo che la figlia fosse ubriaca e che avesse mentito.
Intercettati in caserma
Mentre i quattro, che non erano amici della vittima, stavano aspettando in caserma di essere ricevuti dal maresciallo, sono stati intercettati. “Quattro maschi contro una eravamo” avrebbero sussurrato e, avrebbero poi aggiunto, ridendo: “Ci andrei a dire, colonnello come fa a non violentare una di queste?”. Il giorno della denuncia il fratello aveva accompagnato la vittima dai militari e aveva spiegato: “Sono venuto io e non i miei genitori perché loro hanno subito un profondo choc emotivo”.
Inoltre aveva aggiunto che “all'inizio, quando l'ho vista arrivare alle due di notte con gli amici, mi sono arrabbiato con lei, le ho detto: Non parlare, vai in camera tua. Si è messa a piangere davanti ai miei genitori e ha detto: Voi non capite”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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