Non c’è ancora giustizia per Pamela Mastropietro, brutalmente uccisa e fatta a pezzi in quella maledetta giornata del 30 di gennaio. Il nigeriano Innocent Oseghale, chiuso dietro le sbarre del carcere di Marino del Tronto, ha confessato di esser stato lui a sezionare il corpo della ragazza, ma continua ad affermare di non aver avuto alcuna parte nell’omicidio.
Stavolta, però, delle nuove dichiarazioni potrebbero finalmente rafforzare le imputazioni mosse dall’accusa, determinata a dimostrare che il nigeriano 29enne abbia avuto un ruolo da protagonista nello stupro e nell’assassinio della povera ragazza, e che non si sia “limitato” al solo occultamento del cadavere.
Un collaboratore di giustizia siciliano, che questa estate è stato detenuto nello stesso penitenziario dove si trova Oseghale, ha riferito agli inquirenti di aver parlato con il nigeriano, che con lui si sarebbe lasciato sfuggire un’agghiacciante confessione.
Stando a quanto Oseghale avrebbe riferito al pentito, lui e la ragazza avrebbero consumato un rapporto sessuale nella sua soffitta, quando Pamela si trovava già pesantemente sotto l’effetto di eroina.
La prima coltellata sarebbe arrivata quando la giovane, scoppiando in lacrime e dichiarando di voler tornare a casa, ha tentato di andarsene. Il nigeriano l’ha fatta cadere, e poi avrebbe infierito su di lei. Gli altri affondi sono giunti in seguito, quando Oseghale, intento a smembrare il corpo, si è reso conto che la sua vittima era ancora in vita.
Questo il raccapricciante racconto che il siciliano ha voluto riferire agli inquirenti, chiedendo lui stesso un incontro con loro al termine del suo soggiorno nel carcere ascolano.
“In cella con me, ha confessato di aver violentato e ucciso Pamela Mastropietro” ha affermato il pentito, come riporta “Il Resto del Carlino”. “La prima coltellata quando lei voleva scappare. La seconda dopo aver iniziato a farla a pezzi, perché si sarebbe accorto che era ancora viva”.
In merito a ciò, naturalmente, Oseghale è stato interrogato nella giornata di martedì. Anche messo di fronte alle dichiarazioni del siciliano, il 29enne straniero ha continuato a negare le accuse di violenza sessuale e di omicidio. Quando gli inquirenti gli hanno chiesto della scomoda figura del siciliano, ha risposto: “Conosco quel pentito, ma non sono mai stato in cella con lui. Appena arrivò mi chiamò macellaio e mi tirò una bottiglietta d’acqua. Non ci ho mai parlato”.
Tutte menzogne, insomma. Eppure il pentito ha riferito dei dettagli sul corpo di Pamela, dettagli che gli sarebbero stati forniti dallo stesso Oseghale durante la confessione, mai notati dagli investigatori, ma che i familiari della giovane hanno confermato.
L’accuratezza ed i precisi
riferimenti alla storia riportati dal pentito hanno convinto la procura del fatto che il racconto sia altamente attendibile. Pertanto il nigeriano rimane accusato dei reati di omicidio, occultamento di cadavere e violenza sessuale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.