Papa Francesco "ferito" per via del "no" della Congregazione della Dottrina della Fede nei confronti della possibilità di benedire le coppie omosessuali: ne è convinto Juan Carlos Cruz, giornalista cileno, peraltro vittima di abusi da parte di Karadima, carismatico sacerdote che proprio Jorge Mario Bergoglio ha "spretato". La faccenda è complessa. Qualche settimana fa, l'ex Sant'Uffizio si è esposto, spiegando perché le benedizioni non possano essere estese alle coppie omosessuali, come vorrebbero invece numerosi ambienti laici ed ecclesiastici tedeschi e nordeuropei.
Un atteggiamento - quello della Congregazione - che sarebbe in contraddizione con la favorevolezza espressa dal vescovo di Roma verso le leggi sulla "convinvencia civil". Da quel momento, è nata dunque una narrativa secondo cui la Santa Sede avrebbe agito senza badare troppo alle indicazioni del pontefice. Ma la credibilità di questa interpretazione è piuttosto discussa. Fatto sta che quella narrativa, che circola parecchio tra i progressisti, è stata ribadita più volte. Cruz, che avrebbe parlato con il pontefice argentino, ha svelato un retroscena al quotidiano La Tercera: "So che ne è molto ferito, anche se alla fine è responsabile", così come riportato dall'Agi. Ma è possibile che l'ex Sant'Uffizio non abbia badato alla posizione del Santo Padre? Sembra davvero difficile ipotizzare uno scenario di questo tipo. Se non altro perché significherebbe constatare l'esistenza di una linea duplice all'interno delle mura leonine.
La Chiesa cattolica non è tuttavia una democrazia e non risponde a logiche strettamente politiche. Cruz, che comunque ha specificato come il Papa abbia dato il proprio "assenso" al documento della Congregazione, ha aggiunto quanto segue: "Il Papa che conosco - ha aggiunto Cruz - non è un Papa che si riferisce alla comunità Lgtb in quel modo, anzi". La questione potrebbe essere relativa quindi allo stile utilizzato nel documento, semmai, ma non ai contenuti, che sarebbero stati condivisi con il vescovo di Roma. Quello stesso Papa che aveva suscitato le critiche dei conservatori quando aveva manifestato favorevolezza per le leggi sulle unioni civili. Il dibattito è in corso soprattutto perché a volere una modifica dottrinale in merito alle benedizioni per le coppie omosessuali è la Chiesa tedesca, che nel frattempo sta procedendo con il suo "Sinodo interno". Un appuntamento per cui i tradizionalisti sono arrivati a citare lo "scisma". Tra i vari punti sollevati dall'episcopato tedesco, c'è anche la questione di cui parla Cruz. Più in generale, è la "sinistra ecclesiastica" a confidare in una rivoluzione complessiva che coinvolga alcuni dei punti fermi del Catechismo odierno.
La Chiesa cattolica vive così una fase di forte dialettica interna. Al momento è abbastanza difficile pronosticare un successo della "sinistra". Papa Francesco, al netto di aperture storiche, non ha assecondato, almeno per ora, le richieste di chi vorrebbe una rivoluzione copernicana. E questo è vero sia in termini bioetici sia rispetto all'organizzazione interna, con il "no" diretto alla proposta di abolire il celibato sacerdotale. Nel contempo, però, è semplice notare come molti vescovi, in specie nel nord del Vecchio continente, abbiano già comunicato le loro intenzioni: continueranno a benedire le coppie omosessuali, a prescindere dal documento pubblicato dall'ex Sant'Uffizio.
La sensazione è che la Congregazione per la Dottrina della Fede, con il no rivolto alle
benedizioni per le coppie omosessuali, abbia anche voluto lanciare un segnale. C'è il rischio che le Chiese nazionali tornino in auge e che gli episcopati interpretino in maniera autocefala i cambiamenti che comunque sono in corso.
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