Quelle strane manovre nella Chiesa per impedire la Messa in latino

Il Papa sarebbe pronto a diffondere un documento che, di fatto, indebolirebbe il Motu proprio Summorum Pontificum di Benedetto XVI

Quelle strane manovre nella Chiesa per impedire la Messa in latino

"Introibo ad altare Dei, ad Deum qui laetificat juventutem meam". Le volute di incenso innalzano le parole, che si fanno preghiere, verso il cielo. "Salirò all'altare di Dio, al Dio che rallegra la mia giovinezza", dicono i fedeli in una lingua che non è la loro ma che è di tutti loro. Il sacerdote, inchinato di fronte al crocifisso, dà le spalle ai fedeli e pronuncia, uguali ed eterne, parole in latino. Le si può solo intuire. Il Figlio di Dio, ancora una volta, sta tornando sulla terra in carne, sangue, anima e divinità. Il celebrante invoca la Beata Vergine, san Michele arcangelo, Giovanni Battista e tutti i santi del cielo. E, soprattutto, chiede pietà per i peccati commessi, anche i più piccoli, perché di lì a poco non sarà più un semplice uomo, ma agirà in persona Christi, ovvero come se fosse Cristo.

Inizia così, o almeno così è iniziata per molto tempo, la Messa della Chiesa cattolica, in quello che oggi viene definita forma extra ordinaria, per usare l'espressione del Motu Proprio Summorum Pontificum con cui, nel 2007, Benedetto XVI sancì che quel rito non era mai stato abrogato ("numquam abrogatum"). Che tutto ciò che ruotava (e ruota) attorno a quel rito non poteva esser cancellato. Che la Chiesa non nasceva con il Concilio Vaticano II ma poteva (e doveva) contare su una storia millenaria.

Messa san Pio X

Oggi tutto questo rischia di scomparire. O almeno di esser più difficile da vivere. Secondo quanto riportano diversi siti "tradizionalisti", come per esempio Messa in Latino, papa Francesco sarebbe pronto a restringere il campo del Summorum Pontificum promulgato da Benedetto XVI. In pratica, scrive Messa in latino, "si ritornerebbe all’indulto - con previa autorizzazione del vescovo, o addirittura del Vaticano - con tutto ciò che ne consegue e cioè una reintroduzione del divieto di celebrare secondo il Messale di San Giovanni XXIII, tantissimi dinieghi delle autorizzazioni e la pratica ghettizzazione dei sacerdoti e dei fedeli legati all’antico rito". La paix liturgique si spinge oltre: "Questo documento, inapplicabile in molti Paesi tra cui la Francia, avrà soprattutto un significato simbolico: fare della celebrazione della Messa tradizionale non più un diritto, ma un'eccezione tollerata".

Se queste restrizioni venissero confermate, ci troveremmo di fronte a una ferita terribile non solo per i sacerdoti che celebrano in rito antico e i loro fedeli, ma anche per la Chiesa tutta.

Se Francesco dovesse rispedire la Messa antica in soffitta, infatti, sconfesserebbe non solo Ratzinger, ma anche tutti i suoi predecessori. E, soprattutto, priverebbe il mondo intero di una delle più importanti fonti della Grazia.

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