Svolta nel caso Sea Watch 3: la "capitana" Carola Rackete ha deciso di sfidare le direttive del governo italiano e della Guardia di finanza attraccando la nave al porto di Lampedusa. La ragazza è stata arrestata in flagranza di reato per aver violato l'Articolo 1100 del codice della navigazione: ora rischia di essere trasferita in carcere e processata per direttissima.
Ad accogliere la Ong è stato don Carmelo La Magra, il parroco della città siciliana: "Il Natale quando arriva arriva. Benvenuti nel Porto Salvo di Lampedusa". Anche due fazioni hanno fatto da cornice alla decisione della comandante di forzare l'ingresso: da una parte coloro che hanno applaudito la strada intrapresa da Carola, schierandosi completamente dalla parte della Sea Watch; dall'altra un gruppo di lampedusani che ha inveito contro i volontari dell'organizzazione.
Il battibecco
In particolare si è assistiti a un botta e risposta tra la ex sindaca Giusi Nicolini e la ex senatrice leghista Angela Maraventano subito dopo l'arresto della Rackete. "Non si può venire a fare quello che si vuole, non venite nelle nostra isola se no succede il finimondo. Fate scendere i profughi e poi arrestateli tutti", ha gridato a squarciagola Maraventano, rivolgendosi alla polizia presente. Immediata la replica di Nicolini: "Che vuoi tu, chi sei tu per decidere chi deve venire e chi no?!".
Sulla questione è intervenuto anche Graziano Delrio, capogruppo del Partito Democratico alla Camera, che ai microfoni di RaiNews24 ha dichiarato: "L'autorità giudiziaria farà il suo corso e stabiliranno i giudici se la capitana ha davvero commesso un reato.
In caso di stato di necessità si possono anche violare le leggi. Il capitano è responsabile dell'incolumità di tutte le persone che sono a bordo, va rispettata la sua scelta, come il percorso che farà la giustizia".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.