S’ingrossa lo tsunami di reazioni innescato dall’ormai tristemente famosa “battutaccia” su Claretta Petacci. E l’indignazione per “le deliranti, infamanti, squallide e vergognose parole” pronunciate da Gene Gnocchi” approda sul sito di petizioni on line Change.org.
È l’associazione no profit “Campo dell Memoria”, che si è occupata del restauro della tomba della Petacci, a lanciare una raccolta firme che, “alla luce di questo ignobile episodio”, chiede ai vertici di La7 di rimuovere “immediatamente” Gnocchi dal suo incarico, “con tanto di scuse alla famiglia Petacci, alle centinaia di migliaia di donne vittime di violenze, umiliazioni e abusi che hanno pagato purtroppo in alcuni casi anche con la propria vita l’evolversi di questo genere di situazioni”. Una petizione che punta il dito contro “la cosiddetta intellighenzia di sinistra” e “i suoi personaggi da operetta e di bassissima lega”. Una petizione contro chi ha infangato la memoria della Petacci.
Una petizione contro “la storia a senso unico” e “il politicamente corretto” e contro l’astuzia di “un personaggio ridicolo come Gene Gnocchi” che “in maniera molto astuta ha capito benissimo che per farsi notare bisogna portare un po’ di sano antifascismo in televisione”. Ma stavolta si è passato il segno, perché a farne le spese è stata un’innocente. Una donna la cui unica colpa, per dirla alla Pertini, è quella di “aver amato un uomo”. E per questo, prosegue il testo della petizione, venne “uccisa, umiliata, crivellata, e ripetutamente stuprata dai partigiani”.
Sul corpo della Petacci non venne mai eseguita un’autopsia “per paura che venissero fuori le schifezze e gli abusi”. Per paura che venisse “accertata la violenza cruda perpetrata dai liberatori”. Nessuno, all’epoca, venne messo davanti alle sue responsabilità, nessuno si domandò il perché delle ecchimosi e dei graffi sul ventre e le cosce della Petacci, nessuno si chiese come mai le mutandine di Claretta, quel giorno a piazzale Loreto, non c’erano più.
“Tutto tace in questa Repubblica antifascista della falsa morale, della compassione, del falso rispetto, del falso buon senso, festival di ipocrisie e mille e mille controsensi”.
Di fronte a più di settant’anni di silenzio si è riaperta una ferita. E le parole di Gnocchi continuano a rimbombare. Dal canto suo, il comico ha rivendicato “il diritto di fare satira” contribuendo a gettare nuova benzina sul fuoco. Stavolta sarà difficile metter tutto a tacere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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