Piazza San Carlo, caccia al quinto uomo. 'Capo banda disperato'

Il ventenne responsabile del caos si sarebbe dovuto diplomare tra pochi mesi

Piazza San Carlo, caccia al quinto uomo. 'Capo banda disperato'

"Sono triste, dispiaciuto, preoccupato". Sono queste le prole di Sohaib Bouimadaghen, il ventenne fermato dalla polizia per i fatti di piazza San Carlo a Torino, che da una cella dice di essere "terrorizzato" per quanto gli sta succedendo, accusato di "morte come conseguenza di altro delitto" per la morte di Erika Pioletti, la donna che fu travolta dalla folla in fuga la notte del 3 giugno dello scorso anno.

Bouimadaghen attendeva di diplomarsi in un istituto di Torino, poi è stato fermato dalla polizia, che in mesi di indagini ha stretto il cerchio intorno a lui. "Nell’interrogatorio è stato collaborativo, ma nei limiti delle sue responsabilità", racconta l'avvocato Emanuela Cullari alla Stampa.

Era il giovane ad avere con sé lo spray al peperoncino che quella notte fu utilizzato per mettere a segno un serie di rapine in piazza. Lo ha ammesso lui stesso dopo il fermo due giorni fa e dopo essere stato interrogato come il complice Mohammed Machmachi. Se quattro sono le persone già individuate, gli inquirenti cercano ancora un quinto uomo che quella sera era in piazza e i ricettatori che si sono occupati della refurtiva.

Tra le persone fermate c'è

anche Aymene Es Sabihi. Anche lui accusato inizialmente di omicidio preterintenzionale, come gli altri, ha visto l'accusa ridimensionata in morte come conseguenza di altro delitto dopo l'udienza di convalida tenutasi oggi.

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