Piero Pelù non è nuovo a gesti estremi e provocazioni. Gli piace andare contro corrente. Di solito, quando si occupa di politica, se la prende col premier Matteo Renzi - l'ultima volta ne aveva incollato una foto su un rotolo di carta igienica.
Stavolta si lancia in una disamina geopolitica piuttosto ambiziosa, cercando di ricostruire le cause profonde del terrorismo islamista. E le conclusioni a cui giunge lasciano a bocca aperta: "Credo che l'Isis sia l'immagine riflessa amplificata e distorta dell'arroganza colonialista occidentale reiterata per secoli e sempre peggiore", scrive il cantante toscano in un post su Facebook.
Le azioni dei tagliagole del Califfo sarebbero insomma anche il risultato della sconsideratezza occidentale: una tesi tutta da verificare ma molto inflazionata, specialmente negli ambienti più sensibili al complottismo antioccidentale.
"Io non ci credo che la CIA, il Mossad ( servizi segreti israeliani) ed i servizi segreti di tutto il mondo occidentale non sapessero nulla della nascita dell' ISIS, io non ci credo che non sappiano come debellarlo in una settimana senza far scoppiare l'ennesima Terza guerra mondiale, io non ci credo che non si sappia come interrompere i fiumi di miliardi di dollari che alimentano questa nuova jihad, io non ci credo ai governi occidentali - prosegue il leader dei Liftiba - Io non ci sto che il mio destino sia in mano ad un esercito di aguzzini guerrafondai assetati di denaro e sangue."
Il tutto è corredato da un'immagine truculenta in cui un israeliano e uno statunitensi si stringono la mano grondando sangue sopra una
cartina della striscia di Gaza. Immediate - e inevitabili - le polemiche che ne sono seguite. I fan del cantante si dividono tra chi lo accusa di complottismo e chi invece ne loda l'onestà intellettuale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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