Via di Portonaccio, il giudice accoglie i primi ricorsi e condanna il Comune

Accolti i primi due ricorsi per le multe pazze sulla corsia preferenziale di via di Portonaccio e il giudice condanna il Comune a pagare le spese legali. Ora i cittadini promettono battaglia: "Presenteremo esposto alla Procura della Repubblica"

Via di Portonaccio, il giudice accoglie i primi ricorsi e condanna il Comune

Ormai è diventata la corsia preferenziale più famosa d’Italia, ma fino a qualche mese fa nessuno sapeva della sua esistenza. È proprio per questo che via di Portonaccio è diventata la strada dei record, tanto da essere ribattezzata il “multificio” della Capitale. Qui soltanto tra maggio e giugno del 2017, a causa delle strisce gialle sbiadite e dei cartelli nascosti dagli alberi, sono state elevate oltre 250mila multe. Un numero che moltiplicato per 95 euro circa a verbale si traduce in oltre 23 milioni di euro destinati a finire dritti dritti nelle casse del Comune di Roma.

Se non fosse che migliaia di cittadini della zona, sentendosi “truffati” dal Campidoglio, hanno deciso di fare ricorso al prefetto e al Giudice di Pace per non pagare le contravvenzioni. Ma andiamo con ordine. Terminati i lavori per la nuova tangeziale, lo scorso due maggio il Comune ha deciso di ripristinare la corsia preferenziale dedicata a taxi ed autobus nell’ultimo tratto di via di Portonaccio. Ma la segnaletica orizzontale non è stata cambiata e ad indicare il nuovo divieto di percorrenza per le auto private sono stati posti soltanto una telecamera e due cartelli, di cui uno invisibile per gli automobilisti, perché nascosto dai rami di un albero. Praticamente i cittadini si accorgono che la corsia è tornata ad essere preferenziale dopo oltre un mese, quando iniziano a trovare nella cassetta delle lettere le prime multe. Ma intanto quella via l’hanno percorsa anche più volte in un giorno. Le sanzioni iniziano a moltiplicarsi in modo anomalo. Così il 16 luglio il Comune decide di intervenire rinnovando la segnaletica orizzontale e aggiungendo altri due cartelli.

Nel frattempo, su Facebook, nasce un gruppo, “Uniamoci contro le multe di via di Portonaccio”, al quale in poco tempo aderiscono oltre 16mila cittadini per chiedere al Comune di annullare le sanzioni elevate nel periodo in cui la segnaletica era insufficiente. La stessa richiesta viene avanzata in Aula Giulio Cesare da Fratelli d’Italia con la mozione numero 50 del 27 giugno 2017. L’Assemblea Capitolina, compresi i consiglieri pentastellati, la approva all’unanimità, decidendo, così, in un primo momento, per la revoca in autotutela delle multe comminate prima dell’adeguamento dei segnali stradali. Dopo qualche settimana, però, è la stessa giunta Raggi a ripensarci. Circa 100mila multe, quasi un terzo del totale, infatti, secondo quanto si legge su Repubblica, erano state già pagate. Un condono si tradurrebbe, quindi, in un danno erariale di decine di milioni di euro. La sindaca e l’assessore alla Mobilità, Linda Meleo, diventano improvvisamente irremovibili. Niente moratoria. Nessun annullamento. Nessuno sconto per gli automobilisti "indisciplinati". La segnaletica, secondo il Comune, è sempre stata adeguata. Ma a mettere in dubbio questa versione, il 21 luglio, arriva una lettera, indirizzata dal vice comandante dei vigili Antonio Di Maggio, per conoscenza, proprio all'assessore Meleo. “Nonostante gli adeguamenti eseguiti, la segnaletica presente risulta ancora insufficiente”, scrive il vice capo del corpo di Polizia Locale, che raccomanda, pertanto, di “procedere, quanto prima, alla realizzazione di idonea segnaletica sia verticale che orizzontale”.

lettera vice comandante dei vigili via di portonaccio

Ed in effetti, in questi giorni, il Comune sta lavorando per apporre un nuovo cartello che segnali adeguatamente la presenza della corsia preferenziale. Ma intanto fioccano i ricorsi. Sono 7mila solo quelli presentati al prefetto. “È uno stratagemma del Comune per fare cassa”, ci dice Stefano. Sua moglie è stata multata otto volte. “Se la corsia non viene ben segnalata in anticipo è impossibile evitare la multa, perché quando te la trovi di fronte non ci sono vie d’uscita per evitarla”, spiega. Dello stesso parere, Veronica, una ragazza che passava spesso di lì per lavoro: "Ho ricevuto due multe e per entrambe ho deciso di appellarmi al Giudice di Pace". “Sembra fatta apposta per ingannare le persone, è un grosso torto ai cittadini e per questo ho deciso di non pagare”, spiega la signora Elvira, che invece ha fatto ricorso al prefetto. “Il Comune poteva annullare le multe in autotutela ma qualcuno ha detto di no, per evitare un mancato introito di circa 15 milioni di euro”, spiega Leandro Casini, uno degli amministratori del gruppo “Uniamoci contro le multe di via di Portonaccio”. “Ma se c’è una questione di illeggittimità delle multe non si può procedere in questo modo”, afferma, annunciando che i cittadini sono intenzionati a presentare un esposto alla Procura della Repubblica “per capire se c’è stata un’omissione di atti d’ufficio”. “Se la Procura deciderà di indagare, ci costituiremo parte civile in un eventuale processo”, conclude Casini.

Nel frattempo venerdì sono stati accolti i primi due ricorsi presentati al Giudice di Pace che ha annullato le sanzioni comminate a due cittadini e ha condannato il Comune di Roma a pagare le spese legali. Circa 194 euro, che moltiplicati per la valanga di ricorsi presentati diventano una cifra consistente. E ora le opposizioni in Campidoglio insorgono. Fabrizio Ghera, capogruppo di Fratelli d’Italia in Aula Giulio Cesare, minaccia “di presentare un esposto alla Corte dei Conti”. Mentre il vice presidente della Camera e deputato di Forza Italia, Simone Baldelli, che sul caso ha presentato un’interpellanza al ministro dei Trasporti, ha chiesto “un'ispezione ministeriale sul posto per accertare le condizioni della segnaletica”. Duro anche il consigliere del Pd capitolino Marco Palumbo.

“I cittadini costretti a pagare e a fare ricorsi per avere giustizia” mentre “i Cinque Stelle negano l’evidenza degli errori”, scrive in una nota. Insomma, un bel pasticcio. Che ora potrebbe pesare per oltre un milione di euro sulle casse vuote del Comune.

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