"Possibili altre scosse ​fino a magnitudo 7"

La sequenza sismica che ha colpito l'Appennino Centrale su una lunghezza complessiva di oltre 70 km. E ora c'è il rischio di altre forti scosse

"Possibili altre scosse  ​fino a magnitudo 7"

La sequenza sismica che ha colpito l'Appennino Centrale su una lunghezza complessiva di oltre 70 km, "ha avuto sino ad ora quattro momenti principali di rilascio sismico: il 24 agosto, con l'evento di M6 di Amatrice; il 26 ottobre, con due eventi principali di M5.4 e M5.9 che hanno esteso la sismicità verso nord; il 30 ottobre, con l'evento di M6.5 che ha ribattuto la zona a cavallo degli eventi precedenti; il 18 gennaio, con 4 eventi di magnitudo M5.0-5.5, su una lunghezza di circa 10 km nella parte meridionale della sequenza, nell'area di Montereale, che si ricongiungono alla sismicità aquilana del 2009". Lo afferma la commissione Grandi Rischi, che si è riunita oggi per fare il punto della situazione dopo le scosse di terremoto che hanno nuovamente colpito il Centro Italia.

Si tratta, spiega la Grandi rischi, di una singola sequenza sismica. L'area era già stata colpita da sequenze simili e da grandi terremoti in passato, in particolare dall'evento del 1639, e non era stata interessata dagli eventi recenti di Colfiorito (1997) e dell'Aquila (2009). "Questa sequenza - si legge nel documento - può essere considerata come tipica dell'attività sismica appenninica, e come tale aspettata sulla base della storia sismica e del contesto sismo-tettonico regionale".

Un aspetto della sismicità di questa regione, precisa ancora la Grandi rischi, è la possibilità che le sequenze possano avere una ripresa e propagarsi alle aree limitrofe, come già avvenuto ad esempio per la sequenza del 1703 (con una durata di oltre un anno e due eventi di magnitudo tra 6.5 e 7 a distanza di un mese), del 1639 (almeno due eventi comparabili a distanza di una settimana), di Colfiorito (1997, M6.0, con una sequenza di sei eventi di magnitudo oltre 5.2 su una durata di sei mesi) e ora nella zona di Amatrice, con tre eventi di Mw5.9-6.5 negli ultimi cinque mesi. "Non possiamo essere rassicuranti" spiega il presidente Sergio Bertolucci. "Ma non vogliamo nemmeno creare panico. Bisogna essere prudenti, e per un cittadino questo potrebbe voler dire ad esempio contattare un ingegnere strutturista per controllare la stabilità della propria casa. Per gli edifici pubblici, l'invito è quello di monitorare in maniera sistematica scuole, ospedali e dighe".

Le zone in cui potrebbe ancora verificarsi un terremoto di magnitudo fino a 7 sono quelle attorno alla faglia che corre da nord-ovest a sud-est, tra il Monte Vettore e il Monte Gorzano. Qui, prosegue la Commissione, ci sono aree "che non hanno registrato terremoti recenti di grandi dimensioni".

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