Indigenti che percepivano un assegno sociale ma con un gruzzoletto che riposava nelle banche svizzere. Un'irregolarità che ora ha portato sei ultra settantacinquenni, tra cui un sacerdote, al sequestro dei loro conti correnti.
L'indagine
Il sostituto procuratore di Como Mariano Fadda indaga - come riporta Il Giorno - con l’ipotesi di indebita erogazione. La prima parte dell'operazione è stata portata a compimento: sequesto delle cifre che sarebbero state indebitamente incassate dagli indagati tramite l'"assegno sociale": 100mila euro in totale, circa 20 mila euro a testa.
Tra i sei finiti nell'indagine della guardia di finanza ci sarebbero una vedova ottantenne con pensione sociale e con un conto nel Canton Ticino di 250mila euro; un sacerdote con un gruzzoletto di 200mila euro. E anche un artigiano con 600mila euro depositati in Svizzera.
Gli italiani finiti sotto la lente di ingrandimento dopo la voluntary disclosure avevano tutti ottenuto l’erogazione di un reddito per chi non raggunge la soglia minima di sussistenza. In Italia non avevano soldi abbastanza per vivere, ma in Svizzera invece erano ricchi papaperoni.
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