Nella giornata di ieri, lunedì 5 ottobre, siamo arrivati a quota 2.257 contagi da Coronavirus su 60.241 tamponi eseguiti, e sebbene il governo Conte sembri intenzionato ad escludere delle nuove chiusure, gli scienziati stanno già cominciando a prepararsi in caso di un eventuale peggioramento della situazione sanitaria italiana.
Secondo quanto riportato da "Repubblica", il Comitato tecnico scientifico avrebbe già in mano un elaborato di più di centro pagine in cui sono state raccolte tutte le varie misure da attuare se il nostro Paese dovesse ancora una volta trovarsi ad affrontare una seria recrudescenza del virus. Si tratta di un documento, in gergo "preparedness", i cui sono stati analizzati i quattro scenari più probabili ed i vari metodi per affrontarli. Si passa dal primo caso, in cui la situazione resta sotto controllo come questa estate, ad un secondo scenario, in cui la trasmissione del Covid-19 aumenta ma il sistema sanitario è in grado di gestirla. Il terzo scenario, invece, riguarda tutti quegli interventi da attuare in caso di una massiccia diffusione del virus, con un sistema emergenziale ancora in grado di reggere ma a rischio tenuta nel medio periodo. Si arriva infine al quarto caso, il peggiore, con un aumento dei contagi ormai fuori controllo ed un sistema sanitario ad elevato rischio di tenuta nel breve periodo.
Il documento, preparato perché le autorità possano essere pronte in caso di bisogno, sarà presto inviato a tutte le regioni. Ci potremo considerare in reale stato di emergenza, si legge su "Repubblica", quando per almeno tre settimane l'Rt di tutta Italia sarà al di sopra l'1,5. Solo a questo punto scatteranno i vari piani previsti dagli scienzati a seconda del tipo di diffusione del virus.
Al momento la situazione in Italia non è così grave da richiedere degli interventi drastici. Nonostante l'aumento dei contagi, è evidente che non siamo di fronte agli stessi numeri della scorsa primavera, quando specialmente il nord del Paese si era trovato ad affrontare un vero e proprio incubo. Adesso i positivi sono nella maggior parte dei casi asintomatici, e le terapie intensive non sono al collasso. Gli scienziati vogliono tuttavia tenersi pronti, ecco il perché del documento.
Nella fase uno, con un andamento dei contagi ancora controllato, verranno applicati soltanto dei controlli di base, ma in caso di peggioramento e di passaggio alla fase due - quella in cui ci troviamo adesso -, con aumento della circolazione del virus ed insorgenza di focolai, le autorità saranno autorizzate ad attuare delle restrizioni. In caso di fase tre, potrebbero invece essere chiuse attività sociali e culturali.
Quanto alla fase quattro, questa scatterebbe solo nel momento in cui per almeno tre settimane consecutive l'Rt del Paese dovesse restare al di sopra dell'1,5: a quel punto saranno applicate restrizioni più severe, con tanto di zone rosse.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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