"Prove per la difesa mai depositate": chiesto il rinvio a giudizio per i giudici De Pasquale e Spadaro

Secondo la procura di Brescia i magistrati si sarebbero preoccupati di occultare alcuni documenti per portare avanti la loro tesi accusatoria nei confronti dei vertici dell'Eni

Il magistrato Fabio De Pasquale
Il magistrato Fabio De Pasquale

C’è stata una svolta significativa per quanto riguarda gli strascichi del noto processo internazionale Eni-Nigeria, la cui sentenza di marzo 2021 è stata favorevole agli imputati, assolti perché non avevano commesso il reato di corruzione. A finire nel mirino della giustizia adesso sono i magistrati che accusano il colosso italiano degli idrocarburi. La procura della Repubblica di Brescia ha chiesto il rinvio a giudizio del procuratore aggiunto di Milano, Fabio De Pasquale, e del pubblico ministero Sergio Spadaro, i quali avrebbero volutamente non depositato alcune prove che potevano favorire le persone dell’Eni sotto indagine. In pratica, secondo i giudici di Brescia, De Pasquale e Spadaro si sarebbero preoccupati di occultare alcuni documenti per portare avanti la loro tesi accusatoria nei confronti dei vertici della multinazionale.

In particolare, come riporta il Corriere della Sera, a non essere depositati sarebbero stati i messaggi al telefono inviati da Vincenzo Armanna, ex dirigente dell’Eni, tra i maggiori accusatori della multinazionale. A quanto pare, dalla chat emergeva un legame di natura economica tra lo stesso Armanna e il testimone che doveva confermare le accuse nei confronti di Eni, con una cifra in ballo che si aggira sui 50mila dollari. In più, era stato nascosti anche i messaggi inviati a un altro testimone in cui si sarebbe appurato che Armanna indottrinava la persona che doveva essere ascoltata dai giudici sulle risposte da dare per colpire il colosso degli idrocarburi. Altri comportamenti sospetti di De Pasquale e Spadaro hanno convinto la procura di Brescia a chiedere il rinvio a giudizio con l’accusa di “rifiuto di atti d’ufficio”.

Ma chi è il procuratore aggiunto di Milano Fabio De Pasquale? Da trent’anni il magistrato siciliano è protagonista di numerose inchieste. Seppure poco propenso al gioco di squadra è stato sempre nell’orbita del famoso pool milanese e nella sua carriera, costellata di successi ma anche di fragorosi fallimenti, ha messo a segno colpi da prima pagina dei giornali. Il quotidiano Il Foglio fa riferimento ad alcuni di questi episodi. Nel 1996, e dopo diversi scontri con il gruppo dei giudici di Mani pulite, è lui a ottenere la prima condanna definitiva nei confronti del leader del Psi Bettino Craxi, per il caso Eni-Sai. In precedenza c’era stato il clamoroso flop del processo a Giorgio Strehler, uno dei più grandi registi del Novecento, all’epoca direttore del Piccolo Teatro di Milano.

Accusato di frode per alcuni corsi di formazione mai svolti, Strehler fu assolto con formula piena. Adesso le accuse all’Eni e il pericoloso boomerang del rinvio a giudizio, accadimenti che hanno riportato De Pasquale sulle prime pagine dei giornali.

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