Processo Thyssen: pene ridotte a tutti

Secondo i giudici della Corte d’appello di Torino non ci fu dolo. Dieci anni all'ad Herald Espenhahn (nel primo grado aveva avuto 16 anni). Grida dei parenti delle vittime

Processo Thyssen: pene ridotte a tutti

Al processo della Corte di appello di Torino per il rogo alla fabbrica Thyssenkrupp a tutti gli imputati sono state ridotte le condanne inflitte in primo grado. Le pene variano dai 9 ai 7 anni di reclusione. All’amministratore delegato Herald Espenhahn è stata ridotta a 10 anni per la cancellazione dell’omicidio volontario: per la Corte si è trattato di omicidio colposo con colpa cosciente. Secondo i giudici della Corte d’appello di Torino, che hanno letto la sentenza nella maxi aula 1 del tribunale di Torino, non ci fu dolo. A Raffaele Salerno, responsabile dello stabilimento, 8 anni e mezzo. A Gerald Priegnitz, membro del comitato esecutivo dell’azienda e al dirigente Marco Pucci 7 anni. Per il responsabile della sicurezza Cosimo Cafueri condanna a 8 anni. Nove anni al dirigente Daniele Moroni.

Ad assistere alla lettura della sentenza i familiari delle vittime, il vicesindaco di Torino, Tom Dealessandri, l’assessore al lavoro della Provincia Carlo Chiama e i rappresentanti sindacali. Presente in aula, accanto ai pm, anche il procuratore generale Marcello Maddalena. Urla e proteste durante la lettura della sentenza. "Maledetti", hanno gridato alcuni familiari delle vittime. Dal pubblico hanno fatto eco: "Questa è la giustizia italiana, che schifo".

Il pm Guariniello: resta una sentenza storica

"Al di là del mancato riconoscimento del dolo eventuale - ha detto il pm Raffaele Guariniello - resta una sentenza storica: quello che conta è che mai in Italia sono

state date pene così alte per un incidente sul lavoro. È vero - ha aggiunto - l’aspetto storico legato al dolo è venuto meno. Noi comunque porteremo avanti questa tesi nel prossimo grado di giudizio".

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