Andrea ha 14 anni e la sera si addormenta con YouTube acceso. Non riesce a mollarli i suoi YouTuber preferiti. Quelli che ti fanno venire nuovi stimoli. Quelli che pensi «anch'io vorrei fare questo», ma che poi a forza di star connesso non fai niente. Giorgia invece di anni ne ha 16, ormai non è più in grado di distinguere quando è connessa e quando no. Il suo smartphone è diventato un prolungamento naturale del braccio. Se rimane senza per più di sei ore impazzisce. Nicoletta invece è madre di una figlia di 18 anni. «È sempre in camera - racconta - con smartphone, tablet e computer. Dice che lì ha tutto quello che le serve e che non devo rompere. Non so cosa fare, vedo solo disperazione e sofferenza». Già perché la rete se non la sai usare può far male. Ne sa qualcosa lui, Davide Dal Maso, uno dei prof più giovani d'Italia. Classe 1995, Forbes l'ha inserito tra i Top Under 30 italiani più influenti del 2019 nel settore Education. Nato ad Arzignano in provincia di Vicenza, dove ha studiato, è figlio di due operai delle concerie venete. A 21 anni già insegnava a usare i social nell'Università di Padova. E a 25 anni compiuti è già salito in cattedra nelle università di Padova, Verona, Venezia, Milano e Firenze. Si fa chiamare social media coach, e insegna ai ragazzi, agli studenti, ai professori e ai genitori a muoversi nella rete e gestire i social. Perché complice un misfatto, per chi dalla fine trae il proprio inizio, a 16 anni subisce un episodio di cyberbullismo. «Il tutto parte dalla mia esperienza personale racconta a «il Giornale» un'esperienza che mi ha toccato perché una mia cara amica, vittima di questi atti, non era venuta a scuola per due mesi. Mi accorgevo che le persone attorno a me stavano male per questo». E così il riscatto. Quello che lui vuole fare, anticipando le riforme di legge ferme da anni in parlamento, è portare l'educazione civica digitale nelle scuole. Lo sta già facendo da tre anni. A 22 anni ha avuto il suo primo contratto con una scuola superiore di Trissino (Vicenza) dove insegna «Multimedia e Social». Nel 2019 poi «Educazione civica digitale». «Una materia vera e propria dice che attualmente viene sperimentata in altre 8 scuole superiori, con una votazione». Nel 2017 ha fondato una no profit, «Social Warning», raggiungendo finora 40 mila ragazzi e 15 mila genitori, con l'obiettivo di sensibilizzare i ragazzi e gli adulti sulle potenzialità ma anche sui pericoli della rete. Un modo per non cadere in trappola. E ora ha lanciato una campagna di sensibilizzazione a livello nazionale per raggiungere le scuole #equilibridigitali. Perché ha fatto condurre una ricerca dal suo osservatorio e si stima che 8 ragazzi su 10, tra gli 11 e i 18 anni, trascorrono almeno 2 mesi interi l'anno sui social. Il 79% dei ragazzi trascorre più di 4 ore al giorno sui social, 28 ore settimanali. Un part time praticamente.
Il 40% perde ore di sonno perché non riesce ad addormentarsi senza smartphone e il 52% non riesce assolutamente a fare a meno della rete. «La situazione è preoccupante dice Dal Maso - perché i giovani hanno un bisogno incredibile di socializzare. Noi non demonizziamo il web anzi, però diciamo: attenzione, ci sono anche dinamiche pericolose».
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