Parole inascoltate. Parole che pesano come macigni. Era l'agosto del 1922 e il nazionalsocialismo non esisteva ancora. Ma Albert Einstein aveva già compreso quello che di lì a poco sarebbe avvenuto. In una lettera, fino ad oggi inedita, scriveva infatti alla sorella Maya: "Qui si stanno preparando tempi bui, politicamente ed economicamente, ed io sono felice di andarmene via da tutto per un anno e mezzo". E ancora: "Nessuno sa dove mi trovo e pensano che io sia scomparso... Sto abbastanza bene, nonostante gli antisemiti tra i colleghi tedeschi".
La lettera, come riporta Repubblica, "fu scritta dopo l'assassinio da parte di nazionalisti tedeschi del ministro degli esteri Walter Rathenau, ebreo come Einstein, e dopo che la polizia aveva avvisato lo scienziato che, come amico di Rathenau, anche lui era in grave pericolo".
Per oltre 90 anni non si è saputo nulla di
questa lettera. Ma ora la casa Kedem ha annunciato la sua esistenza e il manoscritto verrà venduto all'asta la prossima settimana a 12mila dollari. Un pezzo di storia fondamentale. Che mostra la lungimiranza del premio Nobel.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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