Si allarga, in Europa, l'allarme per le epatiti acute di origine sconosciuta che colpiscono bambini sotto i 10 anni, in alcuni casi con forme talmente gravi da provocare un'insufficienza d'organo. Dopo quelli in Scozia, Inghilterra e Spagna, anche l'Italia fa i conti con queste forme di epatite misteriosa nella fascia d'età pediatrica. Sono, infatti, almeno quattro i casi sospetti di piccoli ricoverati nei reparti predisposti alle malattie del fegato. Il numero potrebbe aumentare nelle prossime ore quando arriveranno nuove comunicazioni dai reparti. Anche il ministero della Salute vuole vederci chiaro e sta consultando le banche dati internazionali per capire questo tipo di diffusione.
Il primo alert in Italia
"La settimana scorsa c'è stato un primo alert riguardo a una decina di casi", spiega a Repubblica Giuseppe Indolfi, epatologo del Meyer di Firenze, consulente dell'Oms per le epatiti virali e responsabile dell'area fegato della Società europea di gastroenterologia. "L'attenzione dei clinici è stata attratta dal fatto che in un caso c'è voluto il trapianto, cosa che dimostra la violenza della patologia". Insomma, la vicenda si fa seria anche sul nostro Paese anche se ancora si parla di "sospetti" a causa della particolarità di questo tipo di epatite, inserita in un gruppo chiamato "non A-non E", in pratica non comprese tra le forme più diffuse e che si conoscono meglio come quelle che vanno dalla A alla E. Per adesso, gli esperti fanno sapere che non si conosce quale sia l'origine, l'agente patogeno che le provoca, e si cerca di andare per esclusione.
Ancora ignote le cause
"A livello europeo abbiamo deciso di partire da subito con un'indagine su larga scala insieme agli infettivologi", sottolinea Indolfi assicurando che in una settimana ci saranno i primi risultati. Bisognerà poi confrontare questi ultimi casi con quelli del passato per vedere analogie o differenze con le caratteristiche di questa malattia a cui dare un nome. "Sappiamo solo che è diversa da quelle conosciute, se l'incidenza è maggiore. Questo già sarebbe un punto di partenza interessante". La particolarità di questa situazione, poi, è che i primi piccoli pazienti avevano il Covid, o lo avevano avuto, così come la metà dei casi aveva avuto l'adenovirus "che è molto diffuso e che difficilmente provoca forme di malattia violente come questo tipo di epatite. Così sembra difficile che sia quella la causa", spiega l'esperto.
La situazione europea
Nuovi casi di epatite tra i bambini sono stati segnalati in Danimarca, Irlanda, Paesi Bassi e negli Usa. Ad aggiornare il numero è il Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc), che ribadisce l'appello a "segnalare e condividere informazioni". La prima segnalazione riguarda la Scozia avvenuta lo scorso 5 aprile. L'Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito, il 12 aprile, ha poi riferito che c'erano ulteriori casi oggetto di indagine in Inghilterra, che portavano a oltre 60 i casi attenzionati oltremanica. La maggior parte riguardava bambini tra 2 e 5 anni e alcuni avevano avuto bisogno di un trapianto di fegato, evento rarissimo in questa fascia di età. Il giorno dopo, tre casi sono stati segnalati in Spagna.
Adesso, nel Regno Unito i casi sono saliti a 74 (49 in Inghilterra, 13 in Scozia, 12 in Galles) ma l'allarme si estende anche fuori dall'Europa, con 9 bambini colpiti in Alabama, negli Stati Uniti. Manca un conteggio ufficiale ma i casi sembrerebbero circa un centinaio in totale in poco più di due mesi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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