Quegli occhi puri che vedono gli "angeli" cadere dal cielo

Noi ridiamo della loro ingenuità, ma in fondo chi è da compiangere di più tra noi e loro?

"L'angelo" caduto in Indonesia
"L'angelo" caduto in Indonesia

Arriva sul cellulare una notizia esilarante, scritta con abilità in pochissime parole come usa adesso. «In barca con l'angelo caduto dal cielo (era un sex toy). Gli abitanti di un villaggio indonesiano hanno creduto a un evento divino». In poche parole un mondo lontano. E un ghigno equivalente a: poveri pirla.

Domanda. Chi è il pirla? La storia completa più avanti, ma intanto: chi è da compiangere? Loro o noi che ne ridiamo? Loro che attendono qualcosa o noi che abbiamo inventato i sex toy e sappiamo già tutto, e se ci apparisse Gesù che cammina sulle acque lo tireremmo giù a sassate pensando sia un ologramma di Beppe Grillo?

Confesso che ho provato invidia per quella gente, non per nostalgia di selvaggeria o di tropici, ma perché vedono nelle cose qualcosa oltre le cose. Le ritengono segno di un mistero, invece che identificarle come una massa di molecole inquinanti e magari non biodegradabili, utili per un istante di piacere non so se si chiami bondage o plasticage.

Ho ammirato quei signori sbrindellati e con la sigaretta in bocca quando poi ho visto le immagini. Era una bambola gonfiabile, al momento del ritrovamento ignuda, altro che angelo, al massimo sarebbe stato un'angela, per le evidenze anatomiche non proprio sottaciute. Angela, femmina, femminissima, semmai gli angeli abbiano un sesso. Ma qui non siamo tra i teologi di Bisanzio, bensì tra gente che aspetta qualcosa, un segno dal cielo, un avvenimento che faccia compagnia alla loro vita. Attendono, desiderano, sono curiosi. Non solo dell'ultimo gossip, ma di che significato si nasconda nel tempo e nel mare, e nei volti, persino di plastica smunta.

A noi non ci avrebbero fregati. Invece loro sì. Si sono lasciati abbindolare da qualche crocerista da yacht stufo di donne, fossero anche di lattice, e l'hanno scaricata, questa povera angela. Il loro capo, di nome Pardin, ha deciso che la sua piccola ciurma la depositasse sulla spiaggia, rinunciando alla pesca. Così i pescatori l'hanno consegnata alle loro donne, madri, sorelle, mogli. Le quali non hanno neppure dubitato per un istante fosse un regalo del Cielo. L'hanno adornata di seta e di lapislazzuli, l'hanno appoggiata sulla sedia più bella, come su un trono. Che cosa aveva voluto mandargli il Dio sconosciuto? Qualcuno dei loro uomini scrive Detik, il portale di notizie indonesiano - sosteneva che quando l'avevano salvata come Mosè dalle acque, quel grumo bruttino di plastica morbida in forma di ragazza fosse sconvolta e piangente. Una volta accolta invece la «bidadari», che significa angelo in indonesiano, sia pure spiumata e senza ali, si è rasserenata.

Il giorno prima c'era stata, sopra quei mari, una eclisse. La palpebra di Dio che inonda di luce il mondo, si era chiusa per un istante di commozione, forse per pietà della dura sorte della razza umana, lasciando cadere quella grande lacrima femminile in forma di angelo. Era marzo, e per più di un mese la bambola del sesso è stata regina felice a Kalupapi, in un piccolo golfo opalino, come Sua Maestà Elisabetta a Londra.

La notizia fa sorridere per il candore. Eppure c'è più sapienza e profondità nella loro ingenuità che nella nostra consumata abitudine a non stupirci di nulla.

Bonggai è una grande perla emersa da acque di giada. Navigando in quelle acque con le loro reti come gli apostoli nel mare di Tiberiade quei pescatori hanno creduto di aver avuto la loro pesca miracolosa.

Che poi la storia è finita presto. La polizia indonesiana, che la sa lunga, aveva saputo che qualcosa di strano stava accadendo a Kalupapi e nei villaggi intorno, isolati dalla civiltà di internet e dei sex toy. C'era agitazione.

Hanno indagato e scoperta la regina che una volta era una prostituta gonfiabile. L'hanno sequestrata. Cancellato la vergognosa devozione a qualcosa di divino mandato dal cielo. Finalmente l'ignoranza è stata debellata. Chi è il pirla?

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