Quote rosa nei libri di testo? L’idea, messa in campo dal ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli, potrebbe rivelarsi uno strumento decisivo per ridare dignità storica a fatti e persone sinora esclusi, per motivi ideologici, dalla storiografia ufficiale e, quindi, anche dai manuali scolastici.
La paternità di questa brillante intuizione arriva, non a caso, dal Comitato 10 Febbraio, nato dall’impulso di quella legge “sofferta” che, nel 2004, ha istituito il Giorno del Ricordo. “Il Comitato 10 Febbraio – si legge nel comunicato diffuso dall’associazione – si permette, infatti, di suggerire un primo approfondimento dedicato a Norma Cossetto, la studentessa universitaria istriana catturata, seviziata, violentata e scaraventata in una foiba durante la prima ondata di uccisioni di massa attuate dai partigiani comunisti jugoslavi di Tito subito dopo l’8 settembre 1943”.
Ma, in lizza per entrare a pieno titolo nei manuali di testo degli studenti italiani, prosegue la nota, c’è anche la figura di Maria Pasquinelli, “maestra nata a Firenze e trovatasi testimone delle pagine più atroci delle foibe, avendo identificato parte del centinaio di vittime delle fucilazioni perpetrate dai miliziani di Tito a Spalato nel settembre 1943 e raccolto in seguito testimonianze in Istria relative alla già ricordata mattanza”. Quelle violenze e l’ingiustizia dell’esodo la porteranno, il 10 febbraio del‘47, a colpire a morte il generale britannico Robert De Winton nelle ore in cui, con il Trattato di Parigi, la città di Pola veniva annessa alla Jugoslavia.
Lorenzo Salimbeni, storico, saggista e dirigente nazionale del Comitato, ha spiegato a Il Giornale.it il perché delle due candidature: “nella loro diversità, sono due figure emblematiche della complessa vicenda del confine orientale italiano, Norma rappresenta la purezza violata, Maria la stessa disperazione che condusse Oberdan sul capestro come martire dell’irredentismo”.
Due figure femminili importanti per la ricostruzione di una storia che, in realtà, ha tragicamente coinvolto molte italiane perché, come ricorda Salimbeni, “nelle foibe e travolte dall’esodo ci sono tante donne, il femminicidio della Cossetto è solo il caso più famoso. Anna Maria Mori con «Nata in Istria» racconta la società istriana prima del cataclisma e la tragedia dell’esodo. Nidia Cernecca ha avuto la forza di scrivere la sua storia di bambina che vide il padre funzionario comunale massacrato dai partigiani sotto i suoi occhi”.
Anche Carla Cace, unica rappresentante femminile del direttivo del Comitato ed esule di terza generazione, si è detta “orgogliosa di questa iniziativa” definendola “una risposta alle forme serpeggianti di riduzionismo e negazionismo a cui siamo ancora costretti ad assistere”.
Così, il tema della parità di genere si candida a divenire un “grimaldello” capace di scardinare la faziosità storiografica,
rinnovando e conservando, come ha disposto il nostro legislatore, la “memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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