"Il cancro si cura con il bicarbonato": radiato il medico

Per i pm Tullio Simoncini avrebbe prescritto cure al bicarbonato per sconfiggere il cancro. Secondo l’accusa l’ex medico ha continuato le sue pratiche anche dopo due sentenze di condanna

"Il cancro si cura con il bicarbonato": radiato il medico

Esercizio abusivo della professione medica nei confronti di 4 pazienti. È questa la pesante accusa, contestata dal pm Mario Pesci, da cui ora dovrà difendersi il 71enne Tullio Simoncini, ex oncologo radiato dall'Ordine dei medici per aver pubblicizzato su una propria pagina internet terapie pericolose. L’imputato, finito a processo davanti al Tribunale monocratico di Roma, secondo quanto riporta il Messaggero avrebbe continuato a prescrivere cure, prive di riscontri scientifici, a base di bicarbonato ai malati di tumore.

Il tutto sarebbe avvenuto attraverso l'uso degli attuali mezzi tecnologici: Simoncini, infatti, avrebbe portato a termine il proprio lavoro con una videochiamata effettuata via Whatsapp o Skype. E questo nonostante da tempo non fosse più un medico. I fatti contestati dalla Procura sarebbero avvenuti nel 2016.

Secondo quanto ricostruito dai pm, Simoncini avrebbe esercitato "abusivamente la professione medica, per la quale si prevede la specifica abilitazione da parte dello Stato". L’imputato, infatti, avrebbe perso il titolo di medico specializzato in oncologia circa dieci anni prima.

Uno dei casi contestati dall’accusa riguarda quanto accaduto nel novembre di quell’anno. L’ex medico tramite social avrebbe consigliato a una ragazza colpita da tumore dei lavaggi al bicarbonato. Un metodo chiamato "washing". Il consiglio di ricorrere all’utilizzo di tale prodotto non sarebbe stato un caso isolato.

Perché sempre in base a quanto hanno ricostruito i pm, a marzo l’ex oncologo avrebbe suggerito a una donna di 61 anni punture con bicarbonato di sodio diluito al 5% per guarire dalla malattia. Ma nel mirino dei pm vi sono anche altri casi. Ad ottobre dello stesso anno l’imputato avrebbe ricevuto nel suo studio una 34enne colpita da tumore. In base a quanto si legge nel capo d'imputazione, Simonicini avrebbe effettuato una vera e propria visita tanto che aveva palpato la zona addominale della paziente arrivando persino a prescriverle una tac.

All’attenzione dei pm vi è anche un altro episodio accaduto sei mesi prima quando, secondo l’accusa, l’ex medico avrebbe effettuato un consulto medico via Skype. In questo caso Simonicini avrebbe chiesto alla paziente pure il pagamento del consulto. Per questi episodi i primi testimoni verranno ascoltati dal Tribunale nel marzo del prossimo anno.

Lo stesso Simoncini si è già trovato sul banco degli imputati per altri fatti accaduti 10 anni fa. A gennaio del 2018 era stato condannato in primo e secondo grado a 5 anni e 6 mesi per omicidio colposo ed esercizio abusivo della professione. La sentenza, però, era stata annullata con rinvio dalla Cassazione. Gli Ermellini avevano stabilito che il processo era da rifare, con il caso rispedito ai giudici della corte d'Appello di Roma.

Per i magistrati di primo grado una cura a base di bicarbonato sarebbe costata la vita a Luca Olivotto, un 27enne di origini siciliane che si era rivolto a Simoncini dopo aver scoperto di avere un tumore al cervello. Il giovane non si era arreso e aveva deciso di andare a farsi curare nella clinica dell'imputato a Tirana, in Albania, città dove l’ex medico avrebbe continuato a praticare la professione.

Tante le speranze riposte in quel viaggio che sarebbe costato circa 20mila euro. Secondo quanto era emerso nel corso del processo di primo grado, Simonicini avrebbe spiegato alla famiglia del paziente che vi era il "70% di possibilità di riuscita della terapia".

Qualcosa, però, non era andato come previsto. Dopo l’inizio del trattamento il quadro clinico si sarebbe aggravato, tanto che l'ex oncologo avrebbe deciso di interrompere la terapia. Tutto inutile: il ragazzo spirò pochi giorni dopo.

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