Neanche il lento ed inesorabile trascorrere del tempo può alleviare la sofferenza per la perdita di una persona cara. Ne sa qualcosa Cristina Giberti che 39 anni fa ha perso la mamma, il papà e il fratellino, morti dopo che l’auto guidata da Beppe Grillo precipitò nel primo tratto dell'Alta Via del Sale a Limone Piemonte, sulle Alpi Marittime del Cuneese.
Gli anni passano ma il pensiero di Cristina va inevitabilmente sempre a quanto accadde quel 7 dicembre del 1981. Un fuoristrada Chevrolet che cade nel vuoto e le vita che si spengono per sempre. Nell'incidente, Grillo che era alla guida del veicolo riuscì miracolosamente a salvarsi uscendo dalla vettura poco prima che l'auto si schiantasse tra le rocce. Gli altri passeggeri non furono così fortunati. Morirono sul colpo tre suoi amici del comico: l'ex calciatore del Genoa, Renzo Giberti, la moglie Rossana Quartapelle e il figlio Francesco, un bambino di 9 anni.
Con il tempo il dolore non si cancella ma si tramuta in qualcosa di difficile da descrivere. E cos, come racconta La Stampa, ieri mattina, per la prima volta nella sua vita Cristina ha visitato il luogo della tragedia. Ad accoglierla il sindaco, Massimo Riberi, che alcune settimane fa ha deciso di far rimuovere i resti dell’auto, sia per motivi di sicurezza in quanto in troppi si fermavano in quel punto per fotografie e video, che per una questione morale: "Quello non è un trofeo da mostrare ai turisti bisogna avere rispetto, e pena, per le persone coinvolte", ha spiegato il primo cittadino.
Quella bimba di 7 anni costretta a crescere senza genitori e fratellino si è fatta donna. Cristina, con coraggio e forza, ha assistito alle operazioni di recupero e ha sistemato una targa accanto alla lapide che all'epoca del drammatico incidente fu installata dai suoi familiari. "Cari mamma, papà e Francesco - ha scritto -. Il destino vi ha portati via troppo presto. Qui, dove avete passato gli ultimi istanti della vostra vita, lascio un messaggio di amore eterno. Sarete sempre i miei angeli. Proteggeteci. Vi porterò sempre con me. La vostra Cristina".
La sorte volle che quel giorno la piccina si fermò a casa di un'amica a Limone mentre i genitori e il fratellino maggiore erano saliti a bordo della jeep di Grillo per quello che sarebbe stato il loro ultimo viaggio. "Il destino ha voluto così, altrimenti ora sarei laggiù con loro - ha detto la donna mentre accarezzava una parte della fiancata-. Cerchi di creare uno scudo, dimenticare, non l'ho mai raccontato ai miei figli. Ma è una cosa che ti porti dentro il cuore tutta la vita".
Cristina non cita mai Grillo con nome e cognome ma lo definisce "l'uomo che guidava la macchina". "In tutti questi anni non si è mai fatto vivo. Non voglio dargli una colpa, anche se sicuramente avrà qualche colpa. Gli avrei solo parlato: è stato l'ultimo a vederli", ha raccontato la donna. Per l’incidente, Grillo fu assolto in primo grado e, poi, condannato per omicidio plurimo colposo in Appello ('85) e Cassazione ('88), a 14 mesi con sospensione condizionale della pena.
L’auto dopo quasi 4 decenni, è stata recuperata. Trasferita a valle, sarò demolita al costo di mille euro che pagherà Beppe Grillo. "Lo ringrazio.
Oggi abbiamo davvero messo la parola fine a una pagina drammatica della storia di Limone. E ci affidiamo al buon Dio per l'anima delle vittime", ha concluso il sindaco. Ma il dolore per Cristina non terminerà con la demolizione della vettura.
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