I carabinieri della compagnia di Cefalù hanno denunciato alla procura di Termini Imerese 117 furbetti per truffa ai danni dello Stato legata alla percezione indebita del reddito di cittadinanza. I controlli dei militari hanno dato la possibilità di documentare, nel periodo compreso tra novembre e maggio 2022, l'ottenimento, senza averne diritto, del reddito di cittadinanza da parte di beneficiari, tutti residenti nel comune di Cefalù e in quelli limitrofi delle Madonie.
Un'altra truffa
Le persone denunciate non erano in possesso dei requisiti previsti dalla normativa per avere il sussidio statale che, lo ricordiamo ancora una volta, era stato voluto dal Movimento 5 stelle e approvato dal governo Conte con decreto-legge 28 gennaio 2019 n. 4, come misura di contrasto alla povertà. Quello che avrebbe dovuto essere un sostegno economico finalizzato al reinserimento nel mondo del lavoro e all’inclusione sociale, si è invece dimostrato in questi anni, in moltissimi casi, una truffa ai danni dello Stato e degli italiani.
Per quanto riguarda quest’ultimo episodio, c’è da sottolineare che tra i destinatari del sussidio ci sarebbero anche, come documentato dalle indagini, alcuni piccoli imprenditori e diversi pregiudicati per associazione di tipo mafioso. Nella maggior parte dei casi il motivo per cui risulta illegittima la fruizione del sussidio è dovuta alla mancanza del requisito della residenza. Questa ultima truffa porterebbe a un danno stimato all'erario di circa 1 milione e mezzo di euro. Come sempre avviene, i soggetti che sono sono stati denunciati sono stati anche segnalati all'Inps per la revoca del sussidio statale finora percepito.
Tanti furbetti anche al Nord
Solo ieri era stata data la notizia di un’altra truffa milionaria scoperta a Torino dalla Guardia di finanza. Secondo gli inquirenti, più di 300 romeni avevano dichiarato il falso all’interno delle domande per ottenere il reddito di cittadinanza riguardo il proprio luogo di residenza. I furbetti avevano affermato di vivere nel capoluogo piemontese per beneficiare del sussidio statale, mentre in realtà abitavano all’estero. Nei guai è finita anche una dipendente del Patronato Enasc, l’Ente nazionale assistenza sociale ai cittadini, che insieme al marito avrebbe inoltrato numerose richieste al portale Inps, finalizzato a consentire l'indebita erogazione del reddito di cittadinanza.
A Treviglio c’è stato anche chi ha pensato bene di moltiplicare la propria prole, asserendo di avere 4 figli, quando invece ne aveva solo due. Un modo, anche questo, per rientrare nei parametri Isee e frodare lo Stato, alla faccia di chi invece ha davvero bisogno di un aiuto economico per vivere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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