Reddito di cittadinanza anche a Spada e De Silvio

L'inchiesta di Piazzapulita smentisce Di Maio: "Angelo De Silvio e Liana Spada percepiscono il sussidio statale". Entrambi sono considerati soggetti socialmente pericolosi

Reddito di cittadinanza anche a Spada e De Silvio

"Posso garantire che chi fa parte del clan Spada non prenderà un solo euro. Nemmeno uno!". A marzo, Luigi Di Maio lo annunciava con forza sui social, dopo le polemiche emerse in merito al reddito di cittadinanza, presumibilmente percepito anche da alcuni membri criminali.

"Il reddito di cittadinanza è una misura per il sostegno degli invisibili- rassicurava l'allora ministro del Lavoro- per ridare una speranza a chi la merita. Leggo che alcuni membri del clan Spada avrebbero avanzato richiesta. Non so se è vero, ma posso garantire che chi fa parte del clan Spada non prenderà un solo euro. Nemmeno uno! Ho già chiesto personalmente di fare le opportune verifiche sul caso".

Ma ieri, un servizio andato in onda su La7, durante il programma Piazzapulita, smentisce il leader dei 5 Stelle. Secondo l'inchiesta condotta da Sara Giudice e Nello Trocchia, infatti, due esponenti legati al clan Spada percepirebbero il reddito di cittadinanza. Si tratta di Angelo De Silvio e di sua nuora, Liana Spada. Lui ha precedenti per usura ed estorsione ed è ritenuto il capo di un'organizzazione criminale, mentre lei ha una condanna non definitiva per spaccio. Entrambi sono considerati dai giudici soggetti socialmente pericolosi. Eppure tutti e due sarebbero i destinatari del sussidio statale, riservato ai meno abbienti, nonostante il quadro penale e nonostante vivano in ville sfarzose, alcune parzialmente abusive.

Com'è possibile che questi soggetti, condannati per reati gravi, percepiscano il reddito di cittadinanza? La guardia di finanza spiega che la legge non prevede i reati degli Spada, quali caratteri escludenti dalla percezione del denaro, "ma solo terrorismo, mafia e truffa aggravata ai danni dello Stato".

Nonostante quello di De Silvio e Spada siano i casi più eclatanti, non mancano altre scoperte. Le fiamme gialle, infatti, hanno denunciato 37 nuclei familiari, che percepivano il reddito di cittadinanza in mondo indebito, ricorrendo a diversi trucchi, per un totale di oltre 100mila euro.

Dal Lazio alla Calabria, sono 8 i Comuni finiti sotto inchiesta, patria di truffatori di ogni professione: dal fotografo di professione, all'agricoltore, passando per il gestore di un agriturismo, fino ad arrivare agli spacciatori.

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